La crisi della Repubblica

LEZIONE 1 › Le trasformazioni generate dall’espansione romana, l’ostinazione del ceto senatorio nel perseguire una politica di privilegio e l’inadeguatezza delle strutture dello Stato favorirono, nella seconda metà del II secolo a.C., una crisi destinata a sfociare, nel giro di un secolo, nel tramonto della repubblica e nell’avvento del principato. Fenomeno caratteristico fu l’estensione del latifondo, coltivato da manodopera servile, che determinò da un lato la rovina della piccola proprietà fondiaria, dall’altro il problema della distribuzione dell’ager publicus. I fratelli Gracchi tentarono di avviare una politica di riforme sociali, sostenendo la piccola proprietà agraria.

LEZIONE 2 › La crisi esplose quando una fallimentare spedizione militare (contro Giugurta) e ambigui provvedimenti di politica interna portarono sulla scena due personaggi contrapposti: Gaio Mario, un homo novus, attorno a cui si consolidarono gli interessi dei populares, e Cornelio Silla, rappresentante degli optimates.

LEZIONE 3Silla, una volta divenuto dittatore, si propose di ridare importanza alla nobilitas; ma troppo profonde erano ormai le trasformazioni in atto nella società romana, e la classe dirigente si dimostrava del tutto inadeguata ad affrontarle.

LEZIONE 4 › Dopo la morte del dittatore emersero sulla scena politica le figure di Gneo Pompeo, Marco Licinio Crasso e Gaio Giulio Cesare. Pompeo represse la rivolta di Sertorio in Spagna e, insieme con Crasso, la rivolta degli schiavi in Italia. In seguito sconfisse i pirati illirici e Mitridate, re del Ponto. L’Oriente ellenistico passò definitivamente sotto il dominio romano.

LEZIONE 5 › Cesare, Crasso e Pompeo strinsero un accordo privato finalizzato alla spartizione tra loro del potere: il primo triumvirato, poi rinnovato in seguito all’accordo di Lucca. Cesare portò così a termine la conquista della Gallia.

LEZIONE 6 › Al rientro di Cesare a Roma, Pompeo si schierò contro di lui, temendone la potenza. Ebbe così origine una nuova guerra civile, che terminò con l’uccisione di Pompeo e la sconfitta dei pompeiani

LEZIONE 7 › Morto anche Crasso in battaglia contro i Parti, Cesare rimase solo al potere e divenne dittatore a vita, dando inizio a una capillare azione di riforma dello Stato, terminata bruscamente con il suo assassinio da parte di Cassio e Bruto.

LEZIONE 8 › Successori di Cesare si proclamarono Marco Antonio, suo luogotenente, e Ottaviano, il figlio adottivo. I due in un primo tempo si scontrarono, poi si allearono, dando vita, insieme a Lepido, al secondo triumvirato. Gli uccisori di Cesare, rifugiatisi in Macedonia, furono sconfitti e uccisi a Filippi. Antonio, divenuto proconsole delle province orientali, si legò alla regina d’Egitto Cleopatra. Il Senato, preoccupato che Antonio instaurasse una monarchia di tipo orientale, incaricò Ottaviano di muovergli guerra. Egli sconfisse ad Azio il rivale, divenendo l’unico arbitro della scena politica romana.

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