La società feudale

LEZIONE 1 › Dopo la fine dell’Impero, l’aristocrazia accrebbe il proprio potere. Non esistendo più un solo sovrano, nacquero tanti feudi con a capo i grandi signori, che si avvalevano dell’appoggio di nobili minori, che ottenevano da lui, in beneficio, una parte delle terre. Si creò così una società con una struttura piramidale; in cima c’era il grande feudatario, e via via i vassalli sempre meno importanti. Alla base si trovavano i preti, gli artigiani, i piccoli proprietari di terre e, infine, i contadini e i servi.

LEZIONE 2
› I signori esercitano sugli abitanti delle loro terre le consuetudini feudali, ovvero l’esazione di tasse, le corvées, la bannalità. L’evoluzione del feudalesimo fu contraddistinta dai tentativi dei grandi signori di arrivare a ottenere l’ereditarietà dei fondi e l’autonomia dei territori. Nel 1037, la Constitutio de feudis riconobbe l’ereditarietà a tutti i benefici, non solo ai maggiori. Fu concessa da Corrado II per sedare le ribellioni e regolare le successioni di tutti i benefici, mantenendo solo un vincolo di tutela dei feudatari maggiori sui feudi dei loro vassalli. La grande feudalità perse così molto del suo potere. La conseguenza della Constitutio fu la frammentazione del potere nelle mani dei feudatari, che però impedì la completa disgregazione dell’Impero, perché il pur tenue legame che univa i vassalli minori a quelli maggiori, e questi ultimi al re, riuscì a tenere insieme le tessere di un mosaico che altrimenti sarebbe andato in frantumi. La società feudale era un sistema sociale molto rigido, diviso in tre ordini sociali: gli ecclesiastici, i guerrieri, i lavoratori, che erano la stragrande maggioranza.

LEZIONE 3 › L’organizzazione del lavoro agricolo feudale era basato sull’azienda chiamata curtis (“corte” o “villa”), nella quale lavoravano servi e contadini. In Italia la curtis si diffuse nell’area padana e in Toscana. Era divisa in pars dominica (del signore) e pars massaricia, composta da piccoli poderi affidati ai coloni. In cambio della concessione della terra essi erano sottoposti a una pesante pressione fiscale e all’obbligo delle corvées, cioè dovevano garantire, in cambio del permesso di coltivare i campi del signore, molte giornate di lavoro.
I prodotti ottenuti erano per la maggior parte destinati all’autoconsumo. Talvolta si organizzavano piccoli mercati locali, dove i contadini si scambiavano i loro prodotti. Tra le aziende agricole si estendevano boschi e foreste, dove i più poveri, trovavano legname, bacche e pascolavano gli animali allevati.

LEZIONE 4 › Mentre l’Impero carolingio si disgregava, l’Europa venne di nuovo assalita da terribili invasioni, che costrinsero i feudatari a organizzare la propria difesa e quella delle popolazioni contadine che da loro dipendevano. Si diffuse così il fenomeno dell’incastellamento, la pratica di costruire fortificazioni difensive. Inizialmente si trattava di costruzioni in legno. Dal X secolo i castelli vennero costruiti in pietra. Tra il X e il XIII secolo il castello diventò il centro in cui si organizzava tutta la vita del feudo.

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