Il periodo tardo-antico

LE CAUSE DELLA CRISI DI ROMA

Dopo secoli di vittorie militari, a partire dal III secolo d.C. nell’Impero si avvertono i primi segnali di crisi: le tribù germaniche premono ai confini, mentre il potere è sempre più in mano ai generali, che possono nominare e allontanare gli imperatori come e quando vogliono. Aumentano le tasse, man mano le campagne vengono abbandonate e le città iniziano a indebolirsi.
Anche la religione tradizionale con i suoi valori entra in crisi.

CRISTIANESIMO E IMPERO

Intanto si diffonde a Roma e nelle province una nuova religione: il Cristianesimo, nato da Gesù di Nazareth, un ebreo che è vissuto in Palestina. I discepoli portano per il mondo il suo messaggio di amore e fratellanza.
I Romani combattono il Cristianesimo, perché non può convivere con il politeismo su cui si basa il sistema politico e sociale dell’Impero. Ma, nonostante le persecuzioni, il nuovo credo diventa sempre più diffuso, soprattutto tra le classi più povere.

LE RIFORME DI DIOCLEZIANO

La situazione difficile dell’Impero migliora per un certo periodo con Diocleziano sul trono. Per poter governare meglio un territorio così grande, lo divide in quattro parti, con a capo due Augusti e due Cesari: è la tetrarchia.
Diocleziano cerca inoltre di rendere più forte l’esercito e di frenare l’aumento dei prezzi. Per restituire il potere all’imperatore e per proteggere l’unità dell’Impero, ordina nuove persecuzioni contro i cristiani.

DA COSTANTINO A TEODOSIO: L’IMPERO DIVENTA CRISTIANO

Costantino, che prende il potere alla morte di Diocleziano dopo una lunga guerra per il trono, concede la libertà di culto ai cristiani (313): così la nuova religione, ormai diffusa, diventa un mezzo per unire l’Impero. Costantino inoltre trasferisce la capitale dell’Impero da Roma a Bisanzio, da lui ribattezzata Costantinopoli.
Nel 380 Teodosio proibisce le altre religioni: il Cristianesimo diventa così la religione ufficiale dell’Impero.

L’ORGANIZZAZIONE DELLA CHIESA

Intanto la Chiesa si organizza diocesi, governate da un vescovo e divise a loro volta in parrocchie, dove prestano la loro opera i primi presbiteri (sacerdoti). Su tutti diventa sempre più importante l’autorità del vescovo di Roma.

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