L’Impero Romano è crollato sia per le pressioni esterne, sia per la debolezza interna. I barbari sono attirati dalle ricchezze dell’Impero e sferrano veloci attacchi che diventano poi vere e proprie invasioni. Si aggrava il costo per mantenere l’esercito romano, in cui ci sono sempre più barbari attirati dai compensi economici e dai bottini. Fra le cause di debolezza interna c’è la crisi delle città, che diventano più povere e sempre più piccole, perché i cittadini, per sfuggire alle invasioni e alle carestie, scappano nelle campagne. Poi però anche i campi si spopolano e tutta l’economia entra in crisi.
A partire dalla metà del III secolo tribù di Germani iniziano a premere ai confini dell’Impero. Intorno al 370 questi vengono travolti dall’arrivo degli Unni, provenienti dall’Asia centrale; di conseguenza iniziano a compiere i primi attacchi all’interno dell’Impero e alcuni arrivano fino in Italia, come i Visigoti. Intanto alla morte di Teodosio, l’Impero viene diviso in due parti: Oriente, che ha come capitale Costantinopoli, e Occidente, che ha come capitale prima Milano e poi Ravenna.
Nel 406 d.C. gruppi di popoli germanici passano il Reno e dilagano entro i confini dell’Impero Romano. Non è più un semplice attacco, ma una vera invasione. Roma viene occupata e devastata dai Vandali nel 410 e poi dai Visigoti nel 455. Anche gli Unni di Attila invadono la Penisola (450) e arrivano a minacciare Roma.
Nel 476 Odoacre, capo di barbari di origine germanica che fanno parte dell’esercito romano, caccia l’ultimo imperatore, Romolo Augustolo: è la fine dell’Impero Romano d’Occidente. Il suo territorio si divide in diversi regni, chiamati “romano- barbarici”, dove il potere militare e politico è in mano ai barbari, mentre l’organizzazione amministrativa è gestita dai Romani. Teodorico, re degli Ostrogoti, inviato in Italia dall’imperatore bizantino, conquista la Penisola, che sotto il suo Regno vive un breve periodo di pace e benessere.