In Italia i Comuni iniziano ad aver bisogno di un esercito fisso, di funzionari che facciano pagare le tasse e di un governo che sia forte e duri a lungo. Nascono le Signorie. Il signore chiede all’imperatore o al papa di essere riconosciuto ufficialmente e di avere un titolo: le Signorie si trasformano così in Principati e il potere viene trasmesso di padre in figlio come eredità. I Principati più grandi diventano Stati regionali.
Verso la metà del XV secolo in Italia ci sono sei importanti Stati regionali: il Ducato di Milano, governato dalla fine del secolo dalla famiglia Sforza; il Ducato dei Savoia; la Repubblica di Firenze, controllata dalla famiglia dei Medici; la Repubblica di Venezia, governata dalle famiglie aristocratiche della città, fra le quali viene eletto il Doge; lo Stato della Chiesa; il Regno aragonese nell’Italia meridionale.
In campo agricolo, artigianale e manifatturiero si verifica una ripresa nell’Italia del Nord, dove emerge la figura del mercante-imprenditore e dove le banche diventano sempre più importanti. Al Sud, invece, l’economia resta fragile e arretrata, basata sui latifondi. Intanto i Turchi nel 1453, conquistano Costantinopoli: è la fine dell’Impero Romano d'Oriente. Nel 1454 gli Stati regionali italiani, allora, firmano la Pace di Lodi, che garantisce 40 anni di stabilità politica in Italia.
Nel Quattrocento si verifica in Italia una rivoluzione culturale. Si rafforza la convinzione che l’Uomo sia l’unico responsabile delle proprie azioni: nasce l’Umanesimo.
L’ urbanista è caratterizzata da una nuova concezione degli spazi di una città. L’applicazione della scoperta della prospettiva e lo studio approfondito della figura umana portano alla nascita di numerose scuole di pittura e scultura . In letteratura rifiorisce l’epica, il cui testo più rappresentativo è l’Orlando furioso di Ariosto. Con Il Principe di Niccolò Machiavelli e le opere di Francesco Guicciardini nasce la prosa storico-politica.