Colonizzazione e imperialismo

LE CAUSE DEL COLONIALISMO

Alla fine dell’800 gli Stati europei più industrializzati partono alla conquista di territori in Africa e in Asia, per poter disporre di maggiori quantità di materie prime e per creare nuovi mercati. I Governi pensano inoltre di risolvere anche il problema dell’aumento della popolazione e della disoccupazione con le conquiste coloniali.

LA NASCITA DEL NAZIONALISMO

Nella corsa alla colonizzazione nascono fra gli Stati europei molte rivalità, ma la Conferenza di Berlino stabilisce come debba essere divisa l’Africa. Le potenze colonialiste, per le loro conquiste, usano come pretesto la “missione civilizzatrice” della “razza bianca” che, essendo superiore alle altre, ha il “dovere” di portare la “luce della civiltà” ai popoli “inferiori”.

LA COLONIZZAZIONE DELL’AFRICA

Prima dell’arrivo degli Europei, l’Africa è suddivisa in diversi Stati; sono tutti indipendenti, tranne il Sudafrica, già abitato da contadini olandesi (i Boeri) fin dalla fine del ’600 e passato sotto il controllo inglese durante le guerre napoleoniche. Quando in queste zone vengono scoperti giacimenti di oro e diamanti, gli Inglesi danno inizio alla guerra anglo-boera, che vincono. L’Africa viene quindi spartita fra diversi Paesi europei: nascono così Stati con confini arbitrari, che saranno fonte di guerre fra le popolazioni indigene. Le coltivazioni esistenti sono sostituite da mocolture di caffè, tè, cacao, cotone, destinate all’esportazione.

LA COLONIZZAZIONE DELL’ASIA

Gli Europei colonizzano diversi Paesi anche in Asia, dove entrano in competizione con il Giappone, che sin dalla metà dell’800 si è industrializzato, ha strappato alla Cina Taiwan e vuole Corea e Manciuria. Per averla, nel 1904, combatte una guerra contro la Russia e vince. Nel 1900 gruppi di nazionalisti cinesi, i Boxers, si battono contro la spartizione della Cina in zone sotto il controllo delle potenze europee. La rivolta è repressa, ma blocca la spartizione del Paese.

L’IMPERIALISMO DEGLI USA

Negli Stati Uniti si forma una oligarchia finanziaria, che spinge anche gli USA ad una politica imperialista, diretta verso i Paesi del Centro e del Sud America e verso l’Estremo Oriente. Nel 1898 gli statunitensi strappano Cuba alla Spagna e in tutta l’America Latina appoggiano corrotti "governi-fantoccio” che, da loro guidati e controllati, ne favoriscono gli interessi economici. Anche le Filippine e le Hawaii sono sottomesse e gli USA controllano gran parte del Pacifico.

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