Equilibri e tensioni internazionali

L’EUROPA DIVISA

L’equilibrio politico europeo si rompe nel 1890, quando il cancelliere tedesco Bismarck si dimette. La nuova politica estera aggressiva della Germania spinge Francia e Inghilterra a stringere un accordo chiamato Intesa Cordiale, a cui poi si aggiunge la Russia. Nel 1907 coesistono dunque in Europa due blocchi di potenze: la Triplice Intesa formata da Gran Bretagna, Francia e Russia, e la Triplice Alleanza, che include Germania, Austria e Italia.

L’IMPERO AUSTRO-UNGARICO VERSO IL DECLINO

L’Impero Austro-ungarico basa la sua economia sull’agricoltura, anche se non mancano città e industrie. Il potere rimane alla Chiesa e ai grandi proprietari terrieri. Aumentano intanto i conflitti fra le diverse etnie dell’Impero, che diventano sempre più difficili da gestire.

LA GRAN BRETAGNA AVVIA GRANDI RIFORME

In Gran Bretagna, nel 1906, i liberali vincono le elezioni; la loro politica è meno aggressiva di quella dei conservatori nelle colonie e attenta alle riforme sociali in patria. Dal 1911 i Lord accettano la legge che limita i loro privilegi e nel 1914 il Parlamento presenta la legge detta Home Rule (autogoverno) a favore dell’Irlanda.

GLI STATI UNITI DANNO VITA AL PROGRESSISMO

Gli Stati Uniti vivono un periodo di grande sviluppo industriale, ma c’è ancora tanta povertà. Per evitare divisioni interne, viene avviata una serie di riforme definita “età progressista”. Il suo creatore è il repubblicano Theodore Roosevelt, seguito qualche anno più tardi dal democratico Woodrow Wilson. Rimangono, però, profonde differenze fra Nord e Sud.

IN RUSSIA SCOPPIA LA PRIMA RIVOLUZIONE

Anche la Russia tenta la strada dell’industrializzazione, ma la struttura economica della società resta basata su un’agricoltura arretrata. La tensione sociale esplode in rivolte popolari e ribellioni. Lo zar Nicola II Romanoff promette le libertà civili, ma l’unica riforma che viene fatta, quella agraria, favorisce i contadini già benestanti. Tra l’800 e il ’900 peggiora anche l’antisemitismo, che costringe molti Ebrei a fuggire in Europa e negli Stati Uniti.

IN MESSICO SCOPPIA LA GUERRA CIVILE

In Messico il dittatore Diaz governa a lungo con mezzi violenti e repressivi; i peones, lavoratori a giornata, esasperati dalle tremende condizioni di vita, si ribellano e nel 1911 favoriscono l’elezione a presidente del ricco proprietario terriero Francismo Madero, il quale deve affrontare lo scontro fra i moderati e i rivoluzionari, che sono guidati da Pancho Villa e da Emiliano Zapata. La lotta porta alle dimissioni e all’assassinio di Madero (1913). La rivoluzione viene domata. Zapata è ucciso e Villa ritiratosi dalla lotta armata è a sua volta assassinato nel 1923. Presidente dal 1917 è Venustiano Carranza, riconosciuto dagli USA.

©  S. LATTES & C. EDITORI S.p.A.

certificazione di sistema qualità