La delusione per il fallimento dei moti del ’20-’21 e del ’30-’31 non ha spento il desiderio di riportare in vita gli ideali della Rivoluzione francese. La borghesia rivendica il diritto di partecipare alla politica, mentre anche negli strati popolari si diffonde il desiderio di libertà dallo straniero e di maggiore giustizia sociale.
In Francia borghesia e proletariato attaccano Luigi Filippo. I parigini scendono nelle strade e fanno fuggire il re. Viene dichiarata la Seconda Repubblica. Il nuovo Governo promuove riforme radicali che spaventano la borghesia. Viene così eletto presidente Luigi Napoleone Bonaparte che proclama decaduta l’Assemblea Costituente e diventa imperatore dei Francesi. È sostenuto dalla borghesia. L’Impero crolla a causa della sconfitta con la Prussia.
Dalla Francia i moti si diffondono in Europa: a Vienna, a Budapest, Praga, Berlino, nei Paesi balcanici e in Italia. I moti sono repressi ovunque.
In Italia alla divisione politica si aggiungono i problemi economici; secondo i democratici di Cattaneo bisogna estendere anche ai più poveri il diritto di partecipare alla vita politica, mentre i moderati laici, con Massimo d’Azeglio, vedono nel re di Sardegna Carlo Alberto l’unico capace di guidare il Risorgimento italiano. Nel gennaio del 1848 Palermo costringe il re Ferdinando II a concedere la Costituzione. Anche Leopoldo di Toscana e Carlo Alberto in Piemonte concedono uno Statuto, seguiti da Pio IX. Venezia, il 17 marzo, caccia gli Austriaci e dichiara la Repubblica di San Marco; Milano, dopo cinque giorni di combattimenti, mette in fuga gli Austriaci e crea un governo provvisorio.
Carlo Alberto, per annettere il Lombardo-Veneto al Piemonte, dà inizio alla Prima guerra di indipendenza contro l’Austria, aiutato dalle truppe del Papato, toscane e delle Due Sicilie. Quando però queste truppe vengono ritirate, l’esercito piemontese è sconfitto. La guerra riprende nel 1849, ma Carlo Alberto viene battuto e lascia il trono. Finiscono in modo tragico anche i tentativi di rivolta contro l’Austria di Brescia, Roma e della Repubblica di Venezia. Tutte le Costituzioni sono cancellate tranne lo Statuto albertino.
Gli operai danno vita alle prime organizzazioni sindacali. Negli anni ’40 nasce il “socialismo scientifico” di Karl Marx e Friedrich Engels. Essi, nel Manifesto del Partito Comunista (1848), delineano una società fondata sull’uguaglianza sociale, economica e giuridica di tutti gli uomini.