Il nazismo in Germania

LA GERMANIA DOPO LA GRANDE GUERRA

Dopo la Grande Guerra, la Repubblica tedesca di Weimar, che è appena nata, deve pagare debiti e risarcimenti così alti da provocare una devastante crisi economica. Crescono i partiti estremisti, di sinistra e di destra. Nasce il Partito Nazionalsocialista, poi Nazista, che vuole andare incontro alla volontà degli imprenditori, spaventati dalle idee socialiste e comuniste, e della piccola borghesia, che è distrutta dall’inflazione.

L’AFFERMAZIONE DEL PARTITO NAZISTA

Tra il 1925 e il 1929 la Germania riesce ad affrontare le difficoltà economiche, ma dopo il 1929 l’economia torna a peggiorare. Nelle elezioni del 1930 perdono voti i socialdemocratici e i partiti moderati a favore dei comunisti e dei nazionalsocialisti, ormai diventati il secondo partito.

HITLER AL POTERE

Il Partito Nazista sembra a molti l’unico capace di risolvere i problemi del Paese. Adolf Hitler, il capo, promette di restituire alla Germania l’antica potenza e di vendicare l’umiliazione di Versailles; al centro del suo pensiero sono il concetto della superiorità della razza germanica e la teoria dello “spazio vitale”, che il popolo tedesco ha il diritto di conquistare espandendosi verso l’Est dell’Europa, abitato da popolazioni di “razza inferiore”. Nel 1933 il Partito Nazista vince le elezioni. Hitler diventa cancelliere e forma un Governo con altri partiti, ma dopo poco scioglie le Camere e organizza nuove elezioni. La campagna elettorale vede i nazisti scatenati contro gli avversari politici, che vengono arrestati e torturati. Malgrado questa campagna di terrore, nel marzo del 1933 i nazisti non ottengono la maggioranza assoluta; Hitler però accentra su di sé tutti i poteri e inizia la sua personale dittatura: si nomina anche capo dello Stato, si fa chiamare Führer e annuncia la nascita del Terzo Reich tedesco. Grazie alle SS e alla Gestapo, la polizia politica segreta, crea un regime di terrore. Nel 1935, con le Leggi di Norimberga, i nazisti privano gli Ebrei della cittadinanza tedesca e li perseguitano e umiliano in ogni modo.

LA POLITICA ECONOMICA

Il primo obiettivo della politica interna di Hitler è la ripresa economica. Egli dà perciò una forte spinta ai lavori pubblici e attua la politica del riarmo grazie alla quale la produzione industriale raddoppia e la disoccupazione è quasi sconfitta. Si crea così una situazione di diffuso benessere e di consenso verso Hitler.

LA POLITICA ESTERA

Nel 1933 i Tedeschi escono dalla Società delle Nazioni e nel 1935, violando il Trattato di pace di Versailles, rimettono il servizio militare obbligatorio. Nel 1936 si alleano con l’Italia. Dal 1936 al 1938 Hitler invade la Renania, s’impadronisce dell’Austria e della Saar, occupa la Cecoslovacchia. La reazione delle potenze democratiche è debolissima, e fra i politici europei c’è chi pensa che una Germania forte possa servire da barriera contro il comunismo sovietico.

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