Francia e Inghilterra, quando Hitler firma un patto di non aggressione con l’Unione Sovietica, abbandonano la politica della pacificazione a ogni costo e stringono con la Polonia un’alleanza militare contro un eventuale attacco nazista. In Estremo Oriente il Giappone, sostenuto dai grandi gruppi industriali e finanziari, porta avanti una politica autoritaria ed espansionista e decide di allearsi con Germania e Italia.
Il secondo conflitto mondiale inizia ufficialmente con l’invasione nazista della Polonia (1° settembre 1939) a cui segue una dichiarazione di guerra alla Germania da parte di Francia e Inghilterra. La Francia si arrende dopo pochi mesi. L’Inghilterra, guidata da Winston Churchill, invece resiste. Il 10 giugno 1940 anche Mussolini entra in guerra contro la Francia; poco dopo firma il Patto tripartito con Germania e Giappone e invade, ma senza successo, la Grecia. Per rimediare alla sconfitta italiana, Hitler interviene e conquista la Penisola balcanica.
Anche in Africa le operazioni vanno male per gli Italiani: gli Inglesi li cacciano dalla Libia. Nel giugno 1941 il Führer attacca l’Unione Sovietica: all’ “Operazione Barbarossa” partecipa anche l’esercito italiano. Tedeschi e Italiani si addentrano in territorio russo fino ad arrivare alla città di Leningrado, che oppone una fortissima resistenza. A questo punto i Sovietici contrattaccano, costringendo Tedeschi e Italiani a una devastante ritirata. Alla fine del 1941 entrano in guerra gli Stati Uniti, dopo che i Giapponesi, senza dichiarazione di guerra, hanno attaccato le navi americane nel porto di Pearl Harbor; nel frattempo Roosevelt e Churchill stilano la Carta Atlantica.
Fra l’agosto del 1942 e la fine del 1943 le forze dell’Asse subiscono a Stalingrado una sconfitta decisiva, che le obbliga a ritirarsi dall’Unione Sovietica. Anche in Africa le truppe italo-tedesche sono duramente sconfitte. L’intera Africa Settentrionale diventa una delle basi di partenza degli Alleati anglo-americani per l’attacco in Europa. Nell’Oceano Pacifico il Giappone è ripetutamente battuto dagli Stati Uniti.
Nell’estate del 1943 gli Angloamericani sbarcano in Sicilia e iniziano a salire verso il Nord dell’Italia; a questo punto industriali, finanzieri, politici fascisti e monarchici chiedono a Vittorio Emanuele III di intervenire contro Mussolini. Il 25 luglio 1943 lo stesso Gran Consiglio del fascismo vota la sfiducia al “Duce”, che il giorno dopo viene fatto arrestare dal re: il nuovo primo ministro è il maresciallo Pietro Badoglio.