Alla morte di Ludovico il Pio (840), i suoi tre figli si dividono l’Impero (Accordo di Verdun, 843). Pochi anni dopo, con il capitolare di Quierzy (877), i feudatari ottengono il diritto di lasciare in eredità il feudo ai propri figli. Carlo il Grosso tenta di recuperare il potere dell’imperatore, ma viene sconfitto dai nobili. È la fine dell’Impero carolingio. I feudatari hanno potere assoluto sulle loro terre potere di banno: nasce il feudalesimo.
Una società diseguale
La società medievale è caratterizzata da fortissime diseguaglianze sociali. Si può dividere in tre ordini: chi prega (clero), chi comanda e combatte (nobili), chi lavora (contadini). Anche gli esponenti del clero provengono spesso da famiglie nobili e sono loro stessi feudatari.
L’Europa, indebolita, è di nuovo vittima di terribili invasioni, che obbligano i feudatari a organizzare la difesa della popolazione. Si sviluppa perciò il fenomeno dell’“incastellamento ”. Tra X e XIII secolo il castello è il centro in cui si organizza la vita del feudo.
La frammentazione feudale dell’Europa ne diminuisce le capacità di difesa; è costretta così a subire nuove invasioni: gli Ungari da Est, i Normanni o Vichinghi da Nord, i Saraceni da Sud. I Saraceni sono Musulmani provenienti dall’Africa: nell’827 attaccano e occupano la Sicilia e saccheggiano tutto il Mediterraneo. Gli Ungari provengono dall’Asia e devastano le regioni nel centro dell’Europa fino alla Francia. Sono però sconfitti, nel 955, da Ottone I, re di Germania. Allora si ritirano, si stabiliscono in Pannonia dove creano il Regno di Ungheria (1001). I Vichinghi, o Normanni, arrivano dai Paesi scandinavi e dalla Danimarca.
I Normanni danno vita al Ducato di Normandia in un feudo concesso loro dal re di Francia; da qui conquistano l’ Inghilterra (battaglia di Hastings. del 1066). In Italia Meridionale, sotto Roberto il Guiscardo, creano un nuovo regno (1059). Il fratello di Roberto, Ruggero d’Altavilla, conquista la Sicilia. Nel 1130 Ruggero II diventa re di Sicilia e di Puglia.
Durante le invasioni campagne e villaggi si spopolano peggiorando la crisi dell'agricoltura. Con il tempo le invasioni diminuiscono. Gli invasori diventano poco alla volta stanziali.