La crisi del III secolo e la riforma di Diocleziano

Il lungo periodo di anarchia militare, che seguì la fine della dinastia dei Severi, vide succedersi sul trono dell’Impero più di venti sovrani in meno di cinquant’anni. Durante questa fase la religione tradizionale romana continuò a perdere importanza, a vantaggio dei culti orientali e del Cristianesimo. Nel tentativo di risolvere le crisi interne ai territori dell’Impero e contrastare gli attacchi delle popolazioni barbariche ai confini, Valeriano attuò una prima divisione dell’Impero, affidando la parte occidentale al figlio Gallieno.

Dopo il breve regno di Aureliano, che attuò importanti riforme, si susseguirono al potere Tacito, Floriano, Probo e Caro. Infine, nel 284 d.C., venne acclamato imperatore Diocleziano, un militare di umili origini, secondo cui, per risollevare le sorti dell’Impero, non era sufficiente la semplice riforma delle istituzioni dello Stato, ma sarebbe eserciti.

Quindi bisognava in primo luogo riformare l’esercito, modificandone il sistema di arruolamento e limitando la coscrizione obbligatoria ai figli dei legionari, a coloro che non appartenevano ad alcuna corporazione e ai soldati volontari. Le truppe furono divise in due gruppi: i soldati limitanei, cioè le legioni stanziate nei pressi del confine per presidiarlo, e i comitatenses, le truppe da combattimento, composte da reggimenti di cavalleria, accampati nelle retrovie, idonee a intervenire rapidamente in caso di necessità agli ordini diretti dell’imperatore.

In quanto convinto dell’impossibilità di governare da solo l’immenso territorio dell’Impero, Diocleziano, nel 286 d.C., affidò il governo della parte occidentale a Valerio Massimiano, e tenne per sé la parte orientale dell’Impero. Nel 293 d.C., ai due augusti vennero affiancati anche due cesari, rispettivamente il generale Gaio Galerio e Costanzo Cloro, entrambi originari dell’Illirico. Era nata una nuova forma di governo: la tetrarchia. Fu così avviata una politica di decentramento: le quattro zone in cui venne diviso l’Impero assunsero il nome di prefetture (Gallia, Illirico, Italia e Oriente), ripartite a loro volta in diocesi, le quali comprendevano più province.

Tale riorganizzazione amministrativa determinò l’ampliamento della burocrazia statale e l’aumento del numero dei soldati che formavano l’esercito regolare. Questo sistema determinò, tuttavia, una forte pressione fiscale; l’editto sui prezzi, emanato nel 301 d.C. per contrastare la crisi economica, servì solo a incentivare la nascita di un mercato parallelo e illegale dei prodotti di prima necessità, le cui conseguenze peggiori ricaddero sui ceti più deboli.

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