Nel mondo vengono parlate più di 6.000 lingue. Tutte le lingue appartengono a determinate famiglie, che ne indicano l’origine: per esempio l’italiano, lo spagnolo e il francese appartengono al gruppo delle lingue neolatine, ovvero derivate dal latino. Accanto a queste esistono i gruppi germanico e slavo, il persiano e l’hindi. Tutti questi gruppi fanno parte, a loro volta, della famiglia delle lingue indoeuropee. Altre famiglie linguistiche sono quella afro-asiatica, di cui fa parte l’arabo, la sino-tibetana, che comprende il cinese, e la uralo-altaica, composta da lingue parlate in Europa come il finlandese e altre parlate in Asia come il turco. Le lingue che vengono insegnate a scuola e vengono usate nei documenti pubblici vengono dette lingue ufficiali: queste ultime sono circa 200 nel mondo. Le lingue possono essere vive, quando vengono ancora usate oggi, o morte, come il greco antico, il latino e il sanscrito. Esistono lingue forti, diffuse in più Stati nel mondo, e lingue deboli, parlate da gruppi ristretti di persone. La lingua che impariamo fin dalla nascita si chiama lingua madre. Le lingue più diffuse al mondo, che vengono utilizzate da persone provenienti da Paesi diversi per comunicare, vengono dette veicolari: la più diffusa oggi è l’inglese.
Le religioni praticate nel mondo possono essere suddivise in tre gruppi principali: le religioni monoteiste (Cristianesimo, Ebraismo, Islam); le religioni e le filosofie orientali (Induismo, Buddismo, Shintoismo, Confucianesimo, Taoismo, ecc.); culti animisti (diffusi soprattutto in Africa e in America meridionale).
All’interno di ogni gruppo, le religioni si articolano a loro volta in diverse fedi, che possono dare origine a nuove confessioni.
In molti Paesi del mondo viene tutelata la libertà religiosa e, soprattutto, vengono tenute separate vita religiosa e vita politica secondo il principio della laicità dello Stato. Uno dei rischi legati alla religione è quello del fondamentalismo, ovvero la convinzione che ciò che sostiene la propria religione sia l’unica verità. A questo si ricollega l’integralismo, cioè la volontà di regolare tutti gli aspetti della vita politica e sociale secondo i dettami della propria religione. Per evitare simili derive, tutti i leader religiosi al mondo sostengono l’importanza del dialogo interconfessionale e interreligioso e del rispetto reciproco.
I Paesi nel mondo sono raggruppati in sei continenti: Europa, Asia, Africa, America, Oceania e Antartide. L’Asia è il continente più esteso al mondo: essa comprende circa un terzo delle terre emerse ed è abitata da circa il 60% della popolazione mondiale, ovvero più di 4,5 miliardi di persone. In Asia esiste una grande varietà di climi e ambienti: dalle regioni polari a quelle tropicali, dai deserti alle zone monsoniche.
Lo sviluppo in Asia è disomogeneo: vaste aree urbanizzate e abitate, in cui sorgono le più grandi metropoli del mondo, si alternano a zone scarsamente popolate, in cui viene praticata un’agricoltura di sussistenza. Sebbene molte zone del continente abbiano conosciuto una forte crescita economica, rimangono ancora profonde diseguaglianze sociali. L’Asia può essere suddivisa in cinque macroregioni: il Medio Oriente comprende gli Stati che si affacciano a ovest sul Mar Mediterraneo, tra cui Israele e Palestina; l’Asia Centrale, caratterizzata da steppe e altopiani, è costituita in gran parte dagli Stati che facevano parte dell’ex Unione Sovietica, insieme con l’Afghanistan, in cui sono tornati al potere i Talebani; il Subcontinente indiano, detto così per via della sua estensione e il numero di abitanti, comprende uno dei Paesi più popolati al mondo, l’India; il Sud-Est asiatico è formato dalla grande penisola dell’Indocina e da numerose isole, tra cui l’isola di Giava, dove sorge Giacarta, la capitale dell’Indonesia; l’Estremo Oriente è la regione più abitata del pianeta e comprende Mongolia, Cina, Taiwan, Giappone, Corea del Nord e Corea del Sud.
L’Africa è il continente più antico della Terra ed è la culla dell’umanità: qui sono stati ritrovati i resti di ominidi risalenti a circa 2 milioni di anni fa. L’Africa è il continente con il minore livello di sviluppo sociale ed economico. Inoltre in diverse zone sono in corso conflitti armati. L’Africa settentrionale è occupata per la maggior parte del territorio dal più esteso deserto al mondo, il Sahara, mentre a nord si affaccia sul Mar Mediterraneo. L’Africa centrale comprende i Paesi più popolati del continente, come la Nigeria e l’Etiopia. È una zona ricca di risorse naturali e minerarie, la cui gestione è spesso fonte di conflitti. L’Africa meridionale è bagnata dall’Oceano Atlantico a ovest e dall’Oceano Indiano a est. Rispetto alle altre zone dell’Africa, i Paesi qui hanno conosciuto una discreta crescita economica, sebbene la società sia ancora caratterizzata da grandi diseguaglianze e squilibri.
Malgrado la grande estensione da nord a sud, l’America è un continente non molto popolato. Può essere divisa in tre grandi regioni: l’America settentrionale, formata da Stati Uniti e Canada; l’America centrale, che comprende il Messico e numerosi Stati lungo l’istmo e nelle isole; l’America meridionale, che comprende Stati quali il Brasile e l’Argentina.
L’Oceania è il più piccolo dei continenti, si estende in gran parte nell’emisfero australe ed è formata da una miriade di isole. Lo Stato dell’Oceania più grande è l’Australia, seguita da Nuova Zelanda e Nuova Guinea.
Tra i diversi continenti compare anche l’Antartide: questa non è divisa in Stati e non ha una popolazione stabile che vive in città come nel resto del pianeta, ma è un vasto territorio coperto da ghiacci, ricco di risorse e sede di importanti basi di ricerca scientifica.