Nascita e diffusione del Cristianesimo

Nei primi decenni dell’Impero romano si diffuse una nuova religione: il Cristianesimo. Essa nacque in Palestina tra il 26 e il 30 d.C., in seguito alla predicazione di Gesù, che fu riconosciuto dai suoi discepoli come il Messia, ossia l’inviato da Dio a portare, con parole e opere, la salvezza per tutti gli esseri umani.

Gesù era nato a Betlemme in Giudea, e aveva iniziato a predicare in Galilea quando aveva circa 30 anni. La sua predicazione durò pochi anni; dopo di che fu arrestato a Gerusalemme dal Sinedrio, e consegnato per essere processato al governatore romano Ponzio Pilato, che lo fece crocifiggere.

La predicazione di Gesù aveva un contenuto religioso radicale, perché in primo luogo annunciava la venuta del Messia da sempre atteso dal popolo ebraico. Era un messaggio rivoluzionario, in quanto ribaltava i valori della società di quel tempo; inoltre predicava l’uguaglianza, la pace, la giustizia ed era contro ogni tipo di discriminazione.

L’insegnamento di Gesù venne tramandato dai suoi discepoli, in particolare dagli apostoli: i 12 discepoli, incaricati direttamente da Gesù, che erano stati i testimoni della sua predicazione e dei miracoli che aveva compiuto in vita. Quanto visto e udito dai discepoli fu trasmesso prima oralmente e poi per iscritto nei Vangeli.

Il Cristianesimo si diffuse in diverse regioni dell’Impero romano: in particolare, grazie alla predicazione di Paolo di Tarso, la religione cristiana uscì dagli ambienti ebraici e divenne universale. I Romani, dapprima tolleranti verso le religioni diverse dai loro culti tradizionali, iniziarono a perseguitare i cristiani, soprattutto perché il loro monoteismo e il mancato riconoscimento della figura e del culto dell’imperatore li rendevano nemici dell’Impero stesso.

I primi gruppi di cristiani si riunirono in comunità, che presto adottarono un’organizzazione stabile e gerarchica: erano nate le prime chiese. A capo delle comunità cristiane c’erano i presbiteri; le comunità locali, dette diocesi, erano guidate da un vescovo, eletto tra i membri più anziani della chiesa.

La crisi dell’Impero favorì la diffusione del Cristianesimo. Tra le varie comunità assunse un ruolo di rilievo quella di Roma, e il suo vescovo iniziò a essere considerato un importante punto di riferimento per i fedeli. Inoltre, la crescita della comunità cristiana indusse i vescovi a riunirsi periodicamente in concili, al fine di elaborare una dottrina comune, che fosse seguita da tutti i fedeli, e fermasse il diffondersi di eresie, ovvero insegnamenti contrari a quello ufficiale stabilito dalla Chiesa.

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