Dopo la morte di Hammurabi, l’Impero babilonese si indebolì e si avviò verso un lento e inarrestabile declino. Molti popoli approfittarono della debolezza dei confini dell’Impero babilonese e intorno al 1550 a.C. fu invaso dagli Hittiti.
Gli Hittiti vivevano di un’agricoltura semplice, basata sullo sfruttamento intensivo del suolo, che tendeva tuttavia a impoverirsi e pertanto erano costretti a un costante seminomadismo.
Per questo la loro economia era integrata con l’allevamento del bestiame e in particolare dei cavalli, che furono per la prima volta da loro addomesticati.
Con gli Hittiti per la prima volta furono istituiti la cavalleria e i carri da guerra, che potevano essere manovrati facilmente grazie all’uso di ruote a raggi, più leggere rispetto alle ruote piene utilizzate dagli altri popoli.
Il crollo dell’Impero Hittita segnò l’avvento nell’area mesopotamica, alla fine del III millenio a.C., di un altro popolo: gli Assiri.
Essi avevano un esercito ben organizzato e utilizzavano, come gli Hittiti, armi di ferro. Le rivolte erano soffocate attraverso una politica di terrore.
Dopo la fine dell’Impero assiro si costituì un secondo Impero babilonese, che raggiunse il momento di massimo splendore sotto la guida del re Nabucodonosor II. Durante questo periodo la capitale dell’Impero, Babilonia, divenne un importante centro culturale e commerciale.
L’Impero neo-babilonese crollò nel 539 a.C. quando venne conquistato dai Persiani guidati da Ciro II.
I Persiani si erano stabiliti nell’area dell’attuale Iran.
Tre re, Ciro II il Grande, Cambise e Dario I, ampliarono enormemente i confini del Regno fino a creare un Impero che andava dall’Egitto alla valle dell'Indo.
Dario I organizzò l’Impero dividendolo in venti province, le satrapie, guidate ognuna da un satrapo, il cui operato era controllato dagli ispettori reali, che riferivano direttamente al re.
L’Impero persiano si contraddistinse per avere un atteggiamento aperto e tollerante nei confronti dei popoli sottomessi, allo stesso tempo il re aveva un potere assoluto ed essendo un rappresentante di dio in Terra, gli era dovuta una totale obbedienza.