Le civiltà del mare: Creta e Micene

L’isola di Creta è la più grande del Mar Egeo. Nel III millennio a.C., grazie alla posizione geografica, al centro del Mediterraneo orientale, ebbe un ruolo fondamentale di controllo delle rotte commerciali marittime esercitando un vero e proprio dominio sul mare, definito già dagli antichi talassocrazia.
Inoltre il territorio fertile e le favorevoli condizioni climatiche garantivano la coltivazione di cereali e legumi e altre colture più redditizie e ricercate, come l’olivo, la vite e il fico.

A Creta si sviluppò la civiltà minoica, da Minosse, il mitico re di Cnosso.
La sua storia viene suddivisa in tre periodi: il Minoico Antico o Fase prepalaziale (2700-2000 a.C.), caratterizzato da villaggi di capanne e dalla nascente vocazione artigianale e commerciale dell’isola; il Minoico Medio o Fase protopalaziale (2000-1700 a.C.), in cui si passò dalle comunità di villaggio alla società urbana, contraddistinta dall’edificazione di grandi città con maestosi
palazzi; il Minoico Tardo o Fase neopalaziale (1700-1400 a.C.), durante il quale vennero ricostruiti i palazzi, distrutti forse in seguito a un terremoto.

Nella civiltà minoica il palazzo del sovrano era il centro della vita politica, economica e religiosa: qui si trovavano i magazzini, dove venivano accumulate le derrate alimentari e le merci, i luoghi destinati ai culti religiosi e allo svago e le sale di rappresentanza, riccamente decorate con affreschi che raffiguravano elementi naturali e scene pacifiche e serene di vita quotidiana.
I Minoici praticavano una religione legata alla natura: veniva soprattutto venerata una divinità femminile, identificata con la Grande Madre.
Particolare devozione, inoltre, era rivolta al toro, considerato animale simbolo di prosperità e forza.
Intorno al 1500 a.C. un violento maremoto, causato dall’eruzione del vulcano dell’isola di Thera, si abbatté su Creta distruggendone la flotta.

I Micenei erano un popolo indoeuropeo proveniente da nord, che si stanziò intorno al 1600 a.C. nel Peloponneso fondando la città di Micene.
Da qui iniziarono a espandersi occupando le isole dell’Egeo e le zone costiere della Grecia, sostituendosi ai Minoici nel controllo delle rotte commerciali marittime.
La società micenea era fortemente centralizzata e gerarchizzata : al vertice c’era il sovrano, il wánax, che governava con l’aiuto di un consiglio di anziani, la gherusia.

I Micenei erano organizzati in città-stato spesso in lotta fra di loro per la supremazia sul territorio, sebbene avessero numerosi elementi culturali in comune (come la scrittura utilizzata, oggi decifrata e definita dagli studiosi scrittura lineare B). Il palazzo del sovrano era il fulcro della vita sociale, e veniva edificato nel punto più alto del centro abitato, circondato da poderose mura difensive. La civiltà micenea tramontò intorno al 1000 a.C. in seguito a un brusco declino.

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