Il Rinascimento

Il contesto storico

La scoperta dell’America (1492) provoca lo spostamento dei traffici commerciali dal Mediterraneo all’Atlantico: l’unico Paese che si avvantaggia è la Spagna, finanziatrice dell’impresa di Colombo.

Il potere della Spagna si afferma in tutta Europa. In Italia solo Venezia e lo Stato della Chiesa mantengono la loro indipendenza.

Il tentativo della Chiesa di opporsi al predominio spagnolo causa il Sacco di Roma (1527), che segna una frattura con l’età precedente.

Nasce, inoltre, in Germania un movimento religioso di protesta (Riforma protestante), guidato da Martin Lutero, contro la corruzione della Chiesa di Roma.

La rinascita dell’arte

Durante il Rinascimento:

  • si riprende la cultura classica greca e romana;
  • l’essere umano è percepito come individuo in grado di determinare il proprio destino;
  • i fenomeni naturali vengono indagati tramite la matematica.

Le città italiane in cui si sviluppa questo movimento sono: Firenze, Milano, Venezia, Napoli e Roma.

Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci (1452-1519), scienziato, pittore, scultore, architetto, scenografo, letterato, musicista, non si ispira all’arte antica ma al mondo naturale che studia in tutte le forme. Il prodotto di questi studi sono migliaia di disegni riuniti in raccolte (chiamate codici) e corredati da note scritte da destra verso sinistra.

È considerato il padre della fisiognomica, cioè quella disciplina che studia la forma esterna del volto umano come espressione del carattere dell’individuo.

Per Leonardo anche la pittura è una scienza perché è basata sulla prospettiva e sullo studio dei fenomeni naturali.

La prima formazione di Leonardo avviene a Firenze nella bottega del Verrocchio, pittore e scultore.

Innovativa è la rappresentazione dello spazio che avviene attraverso l’uso della prospettiva aerea, riprodotta con la tecnica dello sfumato: tutti i soggetti appaiono meno definiti, quanto più sono lontani dall’osservatore, proprio come avviene nella realtà.

Leonardo compone i soggetti delle sue opere secondo una struttura piramidale.
Tra i suoi capolavori ci sono La Gioconda e L’Ultima Cena.

Michelangelo Buonarroti

Michelangelo Buonarroti (1475-1564) mostra straordinarie qualità artistiche sin dal periodo di apprendistato a Firenze, tanto da essere apprezzato da Lorenzo il Magnifico.

A Roma diventa famoso sia per opere che si rifanno al passato sia per sculture assolutamente originali come la Pietà. Il papa Giulio II gli affida il progetto grandioso della sua tomba.

A Firenze scolpisce il David, il simbolo dell’indipendenza della città.

In pittura utilizza ampiamente il chiaroscuro, cioè la variazione di toni chiari e scuri, per rendere il volume e la tridimensionalità dei soggetti, quasi come se fossero scolpiti.

Costretto dal papa a decorare la Cappella Sistina nonostante non conosca la tecnica dell’affresco, Michelangelo realizza un’opera che è un successo, sia per la complessità del contenuto, sia per la ricchezza dei colori e la potenza delle figure rappresentate. Il Giudizio universale evidenzia la terribile visione dell’autore: non esistono pietà o speranza per il destino degli esseri umani, ma domina l’idea di una condanna terribile che li attende per l’eternità.

Per le sculture delle Tombe Medicee a Firenze Michelangelo utilizza la tecnica del non finito, cioè la presenza dei segni degli strumenti sulla pietra non perfettamente levigata.

Secondo Michelangelo scolpire è estrarre dal marmo una figura già contenuta in essa, che deve essere liberata dalla pietra che la circonda. Quando Michelangelo lascia, per scelta, alcune parti della scultura non finite lo fa per indicare che l’artista, persona non perfetta, non riesce a liberare completamente l’idea divina contenuta nel marmo.

Raffaello

Raffaello Sanzio (1483-1520), allievo del Perugino, nelle sue opere lavora affinché l’armonia classica, appresa dallo studio degli antichi, si unisca alla naturalezza dei gesti. Cerca di raggiungere la bellezza ideale, attraverso lo studio delle proporzioni e l’attenzione a ogni piccolo particolare.

Nei ritratti, pur rispettando i lineamenti e le caratteristiche psicologiche del personaggio, Raffaello immerge i soggetti in una luce straordinaria e ne sottolinea la forma geometrica essenziale.

Raffaello è convinto che esista una continuità fra la cultura del passato e quella del presente e che solo rivalutando ciò che hanno detto gli antichi si può ottenere un vero progresso. Questo messaggio è contenuto nell’affresco della Scuola di Atene.

Donato Bramante

Con Bramante (1444-1514) si afferma un nuovo schema architettonico, a pianta centrale, un’innovazione rispetto alla pianta basilicale in uso precedentemente.

Applica in modo geniale i princìpi della prospettiva, creando incredibili illusioni ottiche, dando profondità anche a spazi angusti, come nella chiesa di Santa Maria presso la tomba di San Satiro.

Dopo il suo trasferimento a Roma la sua architettura viene influenzata dallo studio delle antichità romane, di cui rimane colpito per la loro semplicità priva di eccessi.

Il Rinascimento a Venezia

I pittori veneti basano le loro opere sull’atmosfera, il paesaggio e la luce e preferiscono inserire la figura umana non nello spazio architettonico ma nel mondo naturale.

La scuola pittorica veneta combina l’uso della prospettiva con la descrizione della natura e un uso particolare del colore.

La pittura (definita pittura tonale) rende la profondità e il volume attraverso toni diversi di colore e non tramite il disegno e il chiaroscuro.

I più grandi rappresentanti sono Giorgione e Tiziano.

Nelle opere di Giorgione (1478 circa-1510) protagonista è il colore che, con i toni più chiari e più scuri, costruisce l’immagine e crea la sensazione di uno spazio infinito.
Importante è il paesaggio e l’atmosfera naturale.

Tiziano (1488/90-1576) fa largo uso del colore brillante e acceso e adotta nuove strutture nella composizione dei quadri, come nel caso dell’Assunta, dove domina un ritmo ascensionale e una grande concretezza delle figure. Riprende l’insegnamento di Giorgione sia nell’adozione del tonalismo, sia nell’inserimento delle figure nel paesaggio.

Nella ritrattistica riesce a dare grande vitalità ai soggetti: i personaggi sembrano dialogare tramite l’espressività dei gesti e lo scambio di sguardi.

Il Manierismo

Il Manierismo è una corrente i cui artisti cercano di imitare i pittori precedenti, soprattutto Michelangelo.

I manieristi utilizzano queste conoscenze per dare vita non a semplici imitazioni ma a opere bizzarre e originali, con forme contorte e instabili, dai colori accesi e in forte contrasto, lontane dalla rappresentazione della realtà.
I rappresentanti di questa corrente sono Iacopo Pontormo, Rosso Fiorentino, Giuseppe Arcimboldo, Parmigianino e Correggio.

I principali protagonisti del manierismo veneto sono Tintoretto (1518-1594), Veronese (1528-1588) e Palladio (1508-1580).

La pittura di Tintoretto attrae lo spettatore attraverso insoliti punti di vista e forti contrasti tra luce e ombra.

Il Veronese evidenzia nelle sue opere la ricchezza della città di Venezia, manifestando interesse per gli scorci arditi e gli effetti illusionistici.

L’architetto Andrea Palladio, nelle sue ville per la nobiltà veneta, applica i princìpi e le strutture dell’arte antica, ispirate ai monumenti classici e ai trattati di Vitruvio.

L’arte del Nord Europa

L’opera di Hieronymus Bosch (1453-1516) è una testimonianza delle convinzioni del tempo che gli esseri umani, una volta abbandonato l’Eden, precipitano in un mondo dove regnano il caos e il male.
Questa visione del mondo è riportata in molte delle sue opere ma soprattutto nel Giardino delle delizie, dove i simboli della malvagità sono i “grilli”, degli esseri mostruosi. Anche il colore sottolinea la spaccatura fra il bene (toni luminosi) e il male (colori cupi).

La condanna della malvagità degli esseri umani è presente anche nelle opere di Pieter Bruegel (1525/1530-1569), tuttavia si nota una maggiore comprensione per la debolezza umana e le tele assumono un aspetto più sereno, senza la presenza di esseri mostruosi.

Bruegel adotta lo strumento dell’allegoria e anche i dipinti che sembrano più legati al mondo della natura, nascondono un messaggio morale.

Albrecht Dürer (1471-1528), disegnatore e incisore tedesco, conosce e utilizza la prospettiva e la solidità dei corpi, tipiche della pittura italiana.

Con Dürer la tecnica dell’incisione diventa uno strumento capace di rivaleggiare con la pittura a olio o la tempera e comincia a diffondersi come alternativa meno costosa rispetto alle tecniche tradizionali.

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