La seconda metà dell’Ottocento

Il contesto storico

Nella seconda metà del secolo alcune innovazioni tecniche (come quella del cavalletto portatile e dei tubetti di colore) modificano il rapporto fra gli artisti e i luoghi di lavoro, favorendo la nascita della pittura en plein air. Gli artisti, inoltre, si ribellano al sistema delle accademie ufficiali.

Cambiano anche i rapporti degli autori con la società: con l’ascesa della borghesia industriale si modificano i gusti dei committenti, che sono sempre più condizionati dalle opinioni dei critici e dai consigli dei galleristi.

Coloro che vogliono affermare la propria individualità e autonomia vengono catalogati come “artisti maledetti” e respinti ai margini della società. A modificare gli interessi e la creatività degli artisti contribuiscono anche le Esposizioni Universali che mettono in contatto i pittori occidentali con culture nuove come quella giapponese.

La città che cambia

Una delle conseguenze più vistose dei mutamenti del XIX secolo, in tutta Europa, è la trasformazione del tessuto urbano e dell’aspetto delle città.
In questo secolo si realizza la supremazia, artistica e culturale, della Francia, e in particolare di Parigi, che diventa l’esempio dei mutamenti avvenuti.

Si impone la necessità di adottare piani regolatori per organizzare in modo più vivibile il tessuto urbano; qui, su progetto del barone Haussmann, il centro medievale viene abbattuto per consentire la costruzione di grandi boulevard.

L’evoluzione tecnologica, poi, favorisce l’utilizzo di nuovi materiali come l’acciaio, la ghisa e il vetro. La realizzazione più famosa con questi materiali è la Torre Eiffel.

L’Impressionismo

Gli autori più sensibili al rinnovamento sono i pittori chiamati Impressionisti. Questi artisti hanno un nuovo modo di concepire l’arte: alla visione elegante e oggettiva della natura proposta dagli autori accademici, infatti, essi decidono di sostituire una visione personale, soggettiva, della realtà, cioè, un’impressione.

Le principali caratteristiche della loro pittura sono:

  • la pittura en plein air;
  • la scelta di soggetti tratti dalla vita quotidiana delle città;
  • la mancanza di disegno preparatorio, sostituito da colori puri, non mescolati, accostati in piccole pennellate affiancate, date con rapidi tocchi;
  • il rifiuto del colore nero e l’adozione, invece, di ombre colorate;
  • la scelta di prospettive inusuali al posto della visione centrale.

Eduard Manet, il maestro ribelle

Nel 1863 Eduard Manet (1832-1883) desta grande scandalo esponendo
nel Salon des refusés la tela che dà un nuovo indirizzo alla pittura,
cioè Le déjeuner sur l’herbe. In quest’opera i giovani artisti che aderiscono all’Impressionismo vedono un modello per la sfida alle convenzioni borghesi.

Lo stesso scandalo viene provocato da Olympia in cui i modelli di Giorgione e Tiziano sono trasportati nella contemporaneità. Il rispetto per il disegno e il ricco uso del nero che conferisce, per contrasto, grande luminosità alle sue tele sono elementi fondamentali nella pittura di Manet e lo rendono diverso dagli altri impressionisti.

Claude Monet, il poeta della luce

Il principale interesse pittorico di Claude Monet (1840-1926) è studiare gli effetti della luce sul mondo circostante, dalle prime opere, nelle quali figure umane e paesaggi sono ancora delineati con un netto disegno, alle ultime, nelle quali le forme si dissolvono in pennellate veloci.

Il vero soggetto delle sue tele non sono, perciò, né gli individui né i paesaggi, bensì la luce stessa e le sue capacità di trasfigurare gli elementi su cui si posa.

Edgar Degas, lo sguardo del fotografo

Edgar Degas (1834-1917) è l’autore più originale tra gli Impressionisti. Si distingue per le tecniche adottate, come la predilezione per il pastello e il mantenimento di un disegno preparatorio; in secondo luogo per la sua scarsa simpatia per paesaggi o scene en plein air a cui preferisce ambienti chiusi o decisamente affollati: se pure a volte si dedica a riprodurre scene all’aria aperta, in verità le realizza nel suo atèlier.

Degas usa indifferentemente oli, pastelli e bronzi il cui soggetto principale è la rappresentazione di ballerine, tema molto ricercato dai collezionisti dell’epoca e che gli consente di portare avanti gli studi sul movimento che ha approfondito basandosi sulle nuove scoperte della fotografia.

Macchiaioli e divisionisti

In Italia la reazione alle accademie viene incarnata dai Macchiaioli, un gruppo di giovani artisti che cominciano a riunirsi presso il caffè Michelangelo, a Firenze.

Anche nel loro caso, come per gli Impressionisti, il nome con cui vennero poi riconosciuti è usato per la prima volta in senso dispregiativo da un critico d’arte, per sottolineare come questi pittori rifiutino il disegno preparatorio e come stendano la pittura a grandi macchie di colori a contrasto, senza rifinire le opere con interventi di chiaroscuro o con velature.

I più significativi rappresentanti di questa corrente sono Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Raffaello Sernesi, Giuseppe Abbati, Telemaco Signorini.

Verso la fine del secolo, si sviluppa in Italia anche un’altra corrente artistica, il Divisionismo, che sostituisce alle pennellate piccolissimi tratti di colore, ottenendo, anche in questo caso, un effetto di grande luminosità.

I rappresentanti più famosi di questa corrente sono Giovanni Segantini, che si distingue per la grande forza emotiva, e Giuseppe Pellizza da Volpedo.

Il Postimpressionismo

Il movimento impressionista ha vita breve, perché ben presto all’idea di una pittura nuova nella forma, ma sempre legata alla rappresentazione della realtà (come era l’Impressionismo), si sostituisce l’idea di una pittura che riflette i sentimenti e i pensieri dell’artista. 

La pittura, da finestra sul mondo, diventa "finestra sulla mente e sull’animo dell’artista".  

Il Postimpressionismo comprende un gran numero di autori e scelte stilistiche molto differenti fra loro.

Paul Cézanne, l'essenza delle cose

L’arte di Paul Cézanne (1839-1906) ha il principale obiettivo di cogliere l’essenza, la struttura delle cose, cioè la loro struttura geometrica di base, riducendole a figure essenziali, che egli riporta sulla tela tramite pennellate semplificate, più ampie di quelle impressioniste

La conseguenza più evidente è la scomparsa della prospettiva tradizionale che non risulta più necessaria in un mondo che si allontana dalla descrizione oggettiva della realtà.

La ricerca di Cezanne sarà fondamentale per il Cubismo, nei primi del Novecento.

Paul Gauguin, la fuga dalla civiltà

La vita tormentata di Paul Gauguin (1848-1903) si riflette nelle sue opere.
Oltre ai problemi personali, ciò che spinge il pittore così lontano, sino in Polinesia e alle Isole Vergini, è il desiderio di ritrovare un’esistenza ispirata a valori più autentici, fra gente non corrotta dalla civiltà

Il rifiuto della società borghese lo porta anche a rifiutare la pittura tradizionale: non vuole rappresentare la realtà così come gli occhi la vedono, ma come l’artista la percepisce

Semplifica al massimo le sue composizioni, servendosi di campiture di colori piatti definite da marcate linee di contorno.

Georges Seurat e il Puntinismo

Verso il 1880 un gruppo di artisti decide di utilizzare le scoperte nel campo dell’ottica del chimico Chevreul, il quale aveva scoperto che, se si affiancano due colori complementari le loro qualità cromatiche si rafforzano, mentre se mescolati la loro luminosità si attenua. Il capofila è Georges Seurat (1859-1891) e la tecnica pittorica, basata sull’accostamento di piccolissimi punti di colore puro, è il Puntinismo.

Il capolavoro del movimento è Una domenica pomeriggio sull’isola della grande Jatte. Seurat muore giovanissimo e la sua opera diventa modello per Paul Signac (1863-1935), che, invece dei puntini, usa macchie cromatiche più ampie e colori più intensi e luminosi.

Vincent van Gogh e l'energia dell'universo

Fin dalle prime opere, la volontà di denunciare le ingiustizie sociali e il rifiuto della pittura accademica spingono l’olandese Vincent van Gogh (1853-1890) a utilizzare colori e segni grezzi, quasi brutali, sgradevoli come le scene che presentano.

Il trasferimento a Parigi e la scoperta del Puntinismo permettono a Van Gogh un grande cambiamento e la possibilità di elaborare lo stile particolare, nervoso e vibrante, con cui dare espressione al suo mondo interiore.

La vita parigina, tuttavia, lo delude profondamente, perciò, affascinato dalla luce e dai colori della Provenza, nel 1888 Van Gogh si stabilisce ad Arles.

Dopo un violento litigio con Gauguin ed essersi autoinflitto una grave ferita, Van Gogh viene internato in una casa di cura. Trascorre l’ultimo periodo della sua vita a nord di Parigi dove, nel 1890, si suicida. 

La sua arte, fatta di pennellate nervose e vibranti, di colori violenti e contrastanti, è la piena espressione del tentativo di rappresentare sulla tela le energie e le forze incontrollabili che dominano il mondo naturale e l’animo umano. 

Tuttavia quest’arte, nonostante la deformazione degli aspetti della realtà, non è solo frutto di uno stato di eccitazione mentale, ma è sempre generata da un’attenta osservazione del mondo naturale

Henri de Toulouse-Lautrec e la vita notturna di Parigi

Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901), affetto da una grave deformità alle gambe, ottiene facilmente dalla famiglia, appartenente all’alta nobiltà, di dedicarsi esclusivamente all’arte. A Parigi entra in contatto con i centri della vita notturna, i locali da ballo e i cabaret.

Grande ammiratore di Degas, da lui eredita il gusto per il taglio fotografico delle inquadrature e anche per le scene di vita in luoghi equivoci. Le sue opere sono sempre molto essenziali, caratterizzate da linee di contorno molto visibili, una notevole dinamicità e una gamma di colori molto ridotta. Grazie a queste caratteristiche le sue affiches, i primi manifesti pubblicitari, diventano famosissime.

L’Art Nouveau

Nel XIX secolo appare evidente che lo sviluppo della Rivoluzione Industriale ha provocato una maggiore e più rapida produzione di merci, ma anche un abbassamento della loro qualità.

Negli anni ’80 dell’Ottocento, in Inghilterra, nasce un’associazione di arti e mestieri, la Arts and Crafts Exhibition Society, che si pone l’obiettivo di migliorare dal punto di vista estetico la produzione industriale di oggetti d’uso.

Alla fine del XIX secolo il movimento, nato dall’esigenza di rinnovamento delle arti minori, investe anche pittura, scultura e architettura, e si diffonde in tutta Europa, diventando un vero e proprio stile, con il nome di Art Nouveau in Francia, Liberty in Italia, Jugendstil in Germania, Modernismo in Spagna, Sezession in Austria, Modern Style in Inghilterra.

L’Art Nouveau si caratterizza per l’uso di linee curve e flessuose, decori floreali e naturalistici, asimmetrie e forme allungate ed eleganti e prende possesso di tutti i campi che hanno una componente estetica: grafica, gioielleria, arredamento, abbigliamento, tessuti, architettura e arredo urbano, per interessare, ovviamente, anche la pittura.

Gustav Klimt

Gustav Klimt (1862-1918), figlio di un orafo viennese, è il rappresentante più famoso della Sezession viennese. Il programma della Secessione consiste nell’abbattere le differenze fra arte “alta” e “bassa”.

Klimt manifesta subito questa libertà mischiando arte e oreficeria, pittura e artigianato; questa contaminazione inizialmente sconvolge la società viennese, ma poi la affascina al punto da fare di Klimt il ritrattista prediletto della ricca borghesia.

©  S. LATTES & C. EDITORI S.p.A.

Web engineering and design by Sernicola Labs