Il primo Novecento

Il contesto storico

La Belle Époque viene troncata violentemente dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale (1914-1918). Alla conclusione di questo scontro, in cui vengono adottate per la prima volta armi chimiche e tecnologiche devastanti, gli Imperi centrali (Prussia e Austria) sono sconfitti.

Le pesantissime condizioni di pace imposte alla Germania scatenano il malcontento popolare che sarà alla base dell’ascesa del nazismo, così come la crisi economica e sociale, diffusa in tutta Europa, provocherà l’avvento del fascismo in Italia e dello stalinismo in Russia, movimenti totalitari che mirano alla soppressione delle libertà individuali.

Gli Stati Uniti, usciti vincitori dalla guerra, inizialmente conoscono un momento di grande benessere, interrotto bruscamente, però, dal crollo della Borsa di Wall Street (1929) con cui ha inizio la Grande Depressione.

L’aggressività nazista, che porta nel 1939 all’invasione della Polonia, scatena la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) che terminerà con la sconfitta della Germania, dell’Italia e del Giappone (alleati nella guerra), dopo l’immane tragedia delle bombe atomiche sganciate sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

Le avanguardie storiche

Il periodo tra il 1905 e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale è un momento di innovazione senza precedenti.

Il rifiuto delle forme tradizionali d’arte diventa sempre più evidente con la nascita delle cosiddette avanguardie storiche (Cubismo, Futurismo, Astrattismo...), che eliminano i contenuti dell’arte tradizionale e propongono un rinnovamento del linguaggio.

Gli aderenti alle avanguardie mirano a unificare arte e vita adottando non solo stili rivoluzionari in arte, ma anche un nuovo modello di comportamento, opposto a quello borghese. Una grande influenza hanno le teorie filosofiche e scientifiche che si diffondono in quegli anni, come la psicanalisi di Freud e la teoria della relatività di Einstein.

Il rinnovamento del linguaggio consiste nell’accettazione di questi principi:

  • l’arte non deve riprodurre la realtà come appare in natura ma deve essere l’espressione della visione creativa e fantastica dell’artista;
  • l’artista non deve seguire nessun criterio di ordine, simmetria o armonia, ma deve solo cercare di rappresentare le intuizioni che lo hanno ispirato;
  • non esiste più un “bello” in senso tradizionale e l’opera d’arte può essere realizzata anche con elementi bizzarri e impensati, unendo insieme oggetti di diversa provenienza con una tecnica definita assemblage.

La scoperta dell’arte africana, conosciuta anche attraverso l’apertura a Parigi del Museo Etnografico del Trocadèro, sarà poi un elemento fondamentale nelle scelte dei modelli e dei linguaggi adottati dalle avanguardie.

L’angoscia di vivere: l’Espressionismo

La prima avanguardia a comparire sulla scena europea, nel 1905, è l’Espressionismo, che vede la pittura come interpretazione del disagio dell’artista di fronte a una realtà che non capisce e della quale dà una rappresentazione deformata sia nei tratti sia nei colori.

L’Espressionismo si suddivide in due correnti:

  • l’Espressionismo nordico, rappresentato dalla Brucke tedesca (“il ponte”), portatore di una visione cupa e tragica del destino umano;
  • i Fauves francesi (“le belve”), nome che allude all’uso esasperato e aggressivo del colore, che serve però a esprimere una visione vitale e ottimista dell’esistenza, capeggiati da Matisse.

La scoperta dell’Arte Africana, conosciuta anche attraverso l’apertura a Parigi del Museo Etnografico del Trocadèro, sarà poi un elemento fondamentale nelle scelte dei modelli e dei linguaggi adottati dalle Avanguardie.

La Brucke e l’Espressionismo nordico

Un’anticipazione dei temi della solitudine e dell’angoscia umana di fronte alla morte, nonché dell’incapacità di comprendere il senso dell’esistenza, ci è data dall’opera di Edvard Munch (1863-1944).

Ne Il grido, Munch esprime con straordinaria potenza temi come la follia, la malattia e la morte, destinati a diventare oggetto della produzione dei pittori tedeschi, in particolare del gruppo Die Brucke.

Un autore scollegato da ogni corrente è l’austriaco Egon Schiele (1890-1918). Nelle sue opere sembra aleggiare il presentimento della morte incombente e la consapevolezza che il dolore è la regola basilare dell’esistenza.

L’esplosione del colore: i Fauves

Alla base della pittura dei Fauves stanno l’energia espressiva di Van Gogh e la violenza coloristica di Gauguin: ai due maestri si rifanno André Derain (1880-1954), Maurice de Vlaminck (1876-1958) e soprattutto Henri Matisse (1869-1954).

I Fauves attraverso il colore esprimono l’interiorità dell’autore. I caratteri che li definiscono sono l’uso di colori puri, stesi su ampie superfici, e l’adozione di forme sottolineate da un contorno ben definito, che annulla la tridimensionalità.

Il desiderio di semplificazione indurrà Matisse ad adottare la tecnica dei papiers découpés, fogli di carta colorata e ritagliata, in cui le forme e i colori diventano i protagonisti di un universo bidimensionale.

Il Cubismo e la ricostruzione del mondo

Nel 1907 a Parigi Pablo Picasso e George Braque danno vita al Cubismo, uno dei movimenti più rivoluzionari delle avanguardie europee.

Questo movimento parte dalle intuizioni di Cèzanne e anziché presentare i soggetti da un’unica prospettiva, li scompone nelle forme geometriche essenziali, tagliandoli secondo i vari piani e poi ricomponendoli in modo diverso, così da dare l’idea di come essi cambino a seconda del punto di vista.

Il genio multiforme di Pablo Picasso

Il simbolo stesso della rivoluzione nell’arte del Novecento è Pablo Picasso (1881-1973). La prima fase della sua produzione artistica si può suddividere in periodi.

Il periodo blu, durante il quale i dipinti dell’artista sono caratterizzati da una tonalità livida e da soggetti umili e disperati, afflitti dalla miseria.

Il periodo rosa: i soggetti hanno espressioni pacatamente indifferenti e la tavolozza si schiarisce, con colori che suggeriscono maggiore serenità; i soggetti, tratti quasi sempre dal mondo del circo, assumono pose eleganti e aggraziate.

Il 1907 è per Picasso l’anno di un cambiamento rivoluzionario.
Les dèmoiselles d’Avignon inaugura la fase definita Cubismo delle origini, caratterizzata da forme semplificate, ridotte a volumi geometrici.

A questa prima fase ne seguiranno altre più complesse: prima il Cubismo analitico, nel quale il soggetto è colto da diverse angolazioni e ricomposto sulla tela con sovrapposizioni e compenetrazioni in una tonalità unica, o quasi, di colore; poi il Cubismo sintetico dove gli oggetti sono definiti in modo molto semplificato, senza prospettiva, spesso con la tecnica del collage polimaterico.

La scuola di Parigi

Parigi raccoglie non solo le avanguardie, ma anche pittori che seguono uno stile personalissimo. Quando si allude a loro, si parla di Scuola di Parigi.

Amedeo Modigliani (1884-1920) incontra a Parigi Constantin Brancusi (1876-1957) con cui condivide l’interesse per il primitivismo. Mentre per Brancusi un elemento essenziale è il riferimento alla mitologia popolare rumena, ad attrarre Modigliani sono l’antica scultura greca e le maschere africane con le loro teste stilizzate e i lunghi colli.

L’altro grande della Scuola di Parigi è Marc Chagall (1887-1985). Nelle sue opere sono sempre presenti la nostalgia per la città d’origine e i riferimenti alla cultura ebraica e ai suoi elementi tradizionali.

La ribellione e il culto della velocità: il Futurismo

Il Futurismo vuole essere un movimento rivoluzionario teso ad abbattere ogni forma di arte tradizionale; nato a Parigi nel 1909 con il Manifesto di Marinetti, in seguito si svilupperà in relazione a diversi tipi d’arte.

I Futuristi (Balla, Boccioni, Severini, Depero) si dichiarano contro tutte le istituzioni dell’arte legate al passato, dall’accademia al museo, e vogliono che i soggetti delle loro opere siano espressione della caotica realtà del mondo urbano, utilizzando a tale scopo un linguaggio basato sulla frammentazione del colore; essa deve distruggere la consistenza dei corpi, facendo invece apparire sulla tela il loro dinamismo.

È Giacomo Balla (1871-1958), fra i Futuristi, colui che sviluppa nel modo più poetico i temi della luce e del movimento: per rendere l’idea dello spostamento della figura, in Ragazza che corre sul balcone adotta la modalità della scomposizione dinamica, servendosi di quella che è la base del linguaggio cinematografico, cioè la successione di fotogrammi.

Poiché il movimento è il fulcro della loro ricerca, i Futuristi celebrano anche i nuovi mezzi di trasporto, cioè l’automobile, il treno, i mezzi di locomozione.

L’Astrattismo: forme pure e colori

L’Astrattismo rifiuta di rappresentare la realtà del mondo naturale: il suo scopo è far nascere sentimenti ed emozioni tramite colori e forme pure, capaci di suscitare nello spettatore le stesse emozioni che può creare la musica.

Ideatore di questa identità musica-disegno è Vasilij Kandinskij, fondatore della corrente del Blaue Reiter (“Il cavaliere azzurro”), creata a Monaco di Baviera nel 1911 insieme ad altri artisti, come Franz Marc e Paul Klee. Questa corrente è definita anche Astrattismo lirico e si distingue dall’Astrattismo geometrico di Mondrian e Malevič, che individuano nelle forme geometriche pure i soggetti delle loro opere.

Franz Marc e Vasilij Kandinskij: dalla natura alla mente

In Uccelli di Franz Marc (1880-1916), gli spunti del mondo naturale sono assorbiti da macchie di colore e linee spezzate che non hanno riferimenti con la realtà.

Intorno al 1910 Vasilij Kandinskij (1866-1944) dipinge le prime opere in cui i colori e le forme suggeriscono sensazioni, proprio come fa la musica: i titoli scelti per le opere (Composizioni o Improvvisazioni) rimandano appunto alle partiture musicali. Kandinskij, inoltre, spiega in Lo spirituale nell’arte che determinati colori e forme provocano specifiche sensazioni. Con il tempo, nelle sue opere diventeranno sempre più significative le figure geometriche a cui il pittore attribuirà forti valori simbolici.

Paul Klee: astrazione e ricordo

Lo svizzero Paul Klee (1879-1940) fa parte del Blaue Reiter solo per breve tempo, ma questa sarà una delle esperienze fondamentali della sua vita, insieme a un viaggio in Africa, da cui trarrà la forte passione per il colore.

Klee non pratica quasi mai l’Astrattismo vero e proprio perché nelle sue opere sono spesso presenti elementi figurativi molto semplificati. Klee è un pittore raffinatissimo, che solo in parte si rifà alla pittura dei bambini, immediata e sincera: nelle sue opere le forme semplici sono oggetto di una scomposizione minutissima in tasselli colorati che ci fanno comprendere l’idea del mondo che il pittore ha elaborato dentro di sé.

Piet Mondrian e il Neoplasticismo

Le più significative ricerche nella direzione dell’Astrattismo geometrico vengono svolte dall’olandese Piet Mondrian (1872-1944); egli, partito dalla rappresentazione della natura piatta del paesaggio olandese, approda a tele dominate da griglie ortogonali che delimitano zone di colore puro, in modo da ottenere un’armonia rappresentata dall’equilibrio delle linee e delle aree colorate.

L’arte di Mondrian, il Neoplasticismo, si basa sulla scomposizione della tela in forme geometriche, dipinte con colori primari più il bianco e il nero.

Kazimir Malevič e il Suprematismo

Il pittore ucraino Kazimir Malevič (1878-1935) porta alle estreme conseguenze l’astrattismo geometrico fondando il Suprematismo di cui dà i caratteri nel saggio Il Suprematismo, ovvero il mondo della non rappresentazione: qui afferma la supremazia nell’arte (da cui il nome del movimento) della sensibilità pura rispetto a ogni forma di rappresentazione della realtà. In questo percorso Malevič passerà da tele con figure geometriche astratte a una sola grande figura di un solo colore.

La Metafisica e il Surrealismo

Nel Novecento spazio fondamentale ha la psicanalisi freudiana che stabilisce che non sempre siamo consapevoli, o in grado, di governare le nostre azioni, perché nel subconscio covano degli impulsi che talvolta ci spingono ad agire in modo irrazionale.

Una maniera per comprendere ciò che ci ha indotto a queste azioni è indagare i sogni fatti o riportare alla luce i ricordi ormai cancellati attraverso tecniche come l’ipnosi.

Partendo da queste scoperte, nel Novecento nascono due grandi correnti pittoriche, la Metafisica e il Surrealismo, che intendono rappresentare sulla tela gli incubi, le allucinazioni, i sogni, ma anche ciò che è conservato nella memoria.

La metafisica di Giorgio De Chirico

Il primo di questi movimenti nasce in Italia con il nome di Metafisica e ha il suo principale rappresentante in Giorgio De Chirico (1888-1978), che nelle sue opere presenta città in cui pare cancellata ogni traccia umana.

Nonostante la verosimiglianza delle architetture ispirate alla grandiosità del passato, le uniche presenze apparentemente “umane” sono manichini, collocati in ambienti totalmente vuoti; così l’artista dà spazio alla dimensione misteriosa della vita.

Il surrealismo: Salvador Dalì, Joan Mirò e René Magritte

Più vario è il panorama del movimento chiamato Surrealismo. I maggiori rappresentanti sono Salvador Dalì (1904-1989), contraddistinto da una fantasia sfrenata e da un’abilità tecnica eccezionale, Joan Mirò (1893-1983), che si dedica alla creazione di opere in cui applica la trascrizione meccanica dei sogni sulla tela, e Renè Magritte (1898-1967), che si serve di associazioni inattese e incongrue per rivelare allo spettatore la sostanziale ambiguità dell’esistenza.

Il Dadaismo

Il Dadaismo nasce a Zurigo nel 1916. Caratteristica di Dada è impegnarsi a distruggere tutte le convenzioni del passato. Lo scopo è scandalizzare e scardinare le convinzioni riguardo a ciò che fino a quel momento era considerato arte: questa, a parer loro, può nascere anche dall’accostamento di oggetti quotidiani senza relazione (assemblage) dal fotomontaggio o da tecniche fotografiche nuove, dallo stravolgimento ironico di forme artistiche o di opere precedenti.

Il recupero di tutto ciò che può turbare i borghesi, cioè di quello che è definito antiarte, è praticato soprattutto da Marcel Duchamp (1887-1968). Secondo Duchamp l’artista può creare anche soltanto accostando oggetti quotidiani. Nasce la tecnica del ready made. Gli esponenti più noti del movimento sono, oltre a lui, Tristan Tzara, Man Ray e Kurt Schwitters.

Il “ritorno all’ordine”

Nel periodo fra le due guerre mondiali in Italia il fascismo esercita un forte controllo sull’arte che deve seguire dei percorsi tradizionali e in sintonia con l’ideologia politica.

L’arte italiana ha perciò uno sviluppo particolare, distaccato dalle sperimentazioni. Questo atteggiamento viene chiamato “ritorno all’ordine” nel senso che si ritorna al linguaggio della tradizione classica e della pittura italiana del Trecento e Quattrocento, come si vede nell’opera di Giorgio Morandi (1890-1964).

Il recupero della tradizione viene portato avanti dal movimento “Novecento” il cui principale rappresentante è Felice Casorati.

La rivoluzione urbana: dall’oggetto all’architettura

La nascita del design e il Bauhaus

Nella prima metà del Novecento l’architettura ha uno straordinario sviluppo legato al tumultuoso espandersi delle città. Parallelamente, nel campo dell’arredamento e della creazione di oggetti di uso comune, nasce il design, cioè la progettazione di oggetti la cui la forma è legata alla funzione dell’oggetto stesso.

La nascita del design è fusa con la nascita del Bauhaus, una scuola di architettura fondata da Walter Gropius (1883-1969), che opera in Germania dal 1919 al 1933. Il Bauhaus non solo rappresenta la corrente più influente del modernismo in architettura, ma è anche la scuola in cui si attua una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda il rapporto fra arte e artigianato, considerati dello stesso livello.

L’Art Déco

L’Art Déco prende il nome dall’Esposizione di Arti Decorative di Parigi del 1925; detto anche, per questo motivo, Stile 25, si può considerare una derivazione dell’Art Nouveau, in quanto si occupa di ogni aspetto dell’architettura e dell’arredamento, ma si distingue dal Bauhaus perché adotta forme decorative più ricche e opulente.

Gli artisti più famosi che hanno diffuso questo stile nel mondo sono Romain de Tirtoff chiamato Ertè e Tamara de Lempicka.

Le decorazioni tipiche sono motivi e sagome di animali, fogliame tropicale, i motivi che richiamano il sole, lo zig-zag e gli scacchi. L’Art Déco predilige materiali nuovi come l’acciaio inossidabile o l’alluminio.

L’Architettura Razionalista

L’Architettura Razionalista adotta come princìpi fondamentali il rigore geometrico e il rifiuto di qualsiasi elemento decorativo esterno per ricercare solo l’assoluta funzionalità di ogni componente dell’edificio. Gli esponenti principali del Razionalismo sono Le Corbusier (1887-1965) e Mies van der Rohe (1886-1969).

L’Architettura Organica

L’Architettura Organica considera l’architettura e il paesaggio circostante un tutto unico, cioè un organismo vivente, in cui paesaggio ed edificio si devono integrare. Il padre di questa corrente è considerato Frank Lloyd Wright (1867-1959).

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