Tra la fine del X e l’XI secolo, in Europa, la fine delle invasioni causa una ripresa del commercio e dell’agricoltura.
La popolazione aumenta, grazie al miglioramento delle condizioni di vita; si raccoglie nelle città, per potervi esercitare liberamente i propri mestieri e poter prendere tutte le decisioni politiche ed economiche, fuggendo così dal dominio dei signori feudali nei castelli.
Nascono i Comuni, in cui la classe dominante è la borghesia, che si guadagna la vita lavorando, spesso in conflitto con il Papa o l’Imperatore.
Di fondamentale importanza è l’attività dei monaci che, riuniti nelle abbazie, rendono fertili i terreni abbandonati, conservano la cultura antica con il lavoro degli amanuensi, assistono e aiutano la popolazione fornendo anche assistenza medica.
L’arte, la cultura e l’insegnamento dipendono dalla Chiesa che li usa come mezzo di controllo della popolazione.
Il periodo Romanico è così chiamato perché si recuperano alcuni elementi dell’arte dell’antica Roma come l’arco a tutto sesto.
Le città assumono un aspetto nuovo con la creazione di nuove tipologie di edifici come le case-torre, dotate di coperture in pietra per evitare gli incendi; questi tetti, più pesanti di quelli in legno, impongono dei cambiamenti nel sistema di sostegno dell’edificio e nella sua struttura.
Le piazze, luoghi di mercato e di riunione, assumono un ruolo fondamentale: su di esse si affacciano sia gli edifici dei rappresentanti del potere sia le chiese più importanti, duomo o cattedrale.
Le chiese, spesso centri di vita politica e sociale, sono anche i principali centri di istruzione religiosa per la popolazione, incapace di leggere e scrivere.
Per questo motivo vengono decorate con bassorilievi, affreschi e mosaici che narrano fatti biblici o momenti e vicende della vita quotidiana usando un linguaggio simbolico. Sempre con l’intento di dare insegnamenti morali si utilizzano anche le immagini di animali mostruosi o fantastici che simboleggiano i vizi e le virtù dell’umanità.
Le sculture vengono inserite nell’edificio durante la sua costruzione e quindi è necessario un perfetto sincronismo fra costruzione e decorazione e un grande accordo fra architetto e scultore sui soggetti da rappresentare e sulla loro forma.
I temi tipici della cultura dell’epoca vengono affrontati dallo scultore Wiligelmo e dai suoi allievi, nella decorazione del Duomo di Modena, una specie di enciclopedia del sapere del tempo.
Lo scultore Nicolò, che opera a Ferrara e Verona, inserisce vicende del Vecchio e del Nuovo Testamento con elementi della tradizione classica e contemporanei. Consapevole del proprio ruolo nella società e della propria bravura, firma anche le sue opere.
I Normanni, dopo la conquista della Sicilia, assimilano la cultura e i costumi arabi e bizantini e si servono di artigiani di ogni origine, dando vita all’architettura arabo-normanna.
Dalla cultura araba riprendono un tipo di architettura dove sono molto evidenti le caratteristiche geometriche: il cubo o il parallelepipedo (qubba) è la massa principale dell’edificio a cui si sovrappongono delle cupole, delle mezze sfere.
L’arco a sesto acuto ogivale sostituisce l’arco a tutto sesto; la decorazione degli edifici è basata su motivi decorativi vegetali e geometrici e sulla muqarnas, un particolare tipo di decorazione dei soffitti che imita, nel legno o nel gesso, le stalattiti.
La chiesa normanna ha la facciata inserita fra due campanili simmetrici e la zona absidale molto simile a una fortezza.
L’interno è legato alla tradizione bizantina, visibile soprattutto negli scintillanti mosaici, che creano un forte contrasto con l’esterno imponente in mattoni.
Queste caratteristiche sono evidenti sia negli edifici pubblici, come il Palazzo dei Normanni, sia nelle abitazioni di villeggiatura, sia negli edifici religiosi, come la Cappella Palatina e il Duomo di Monreale.