Il primo edificio in stile gotico è l’Abbazia di Saint-Denis, vicino a Parigi, luogo di sepoltura dei sovrani francesi.
Questo stile, che inizialmente riguarda l’architettura sacra, nasce per celebrare la grandezza di Dio attraverso due fattori: lo slancio verso l’alto e l’utilizzo della luce.
Per realizzare lo slancio verso l’alto si adottano alcune innovazioni architettoniche: la volta a crociera ogivale composta da archi a sesto acuto che, grazie alla chiave di volta (la pietra posta all’intersezione degli archi), si sorregge da sola scaricando il peso su colonne e pilastri; la struttura interna è sottolineata da nervature chiamate costoloni; la struttura esterna è arricchita da sculture ed elementi architettonici ornamentali come guglie e pinnacoli.
I muri, non avendo più una funzione di sostegno, possono essere sostituiti da grandissime vetrate che permettono alla luce di entrare.
Il progresso economico e sociale contribuisce ai profondi cambiamenti delle città, che si ampliano con nuovi elementi: cinte murarie con funzione di dogana, piazze destinate agli scambi commerciali e vie porticate.
Gli ordini monastici Francescano e Domenicano stabiliscono nelle città le loro Basiliche e si creano le prime Università.
Gli edifici hanno una doppia funzione: manifestare il potere e ospitare le riunioni degli organi di governo.
Nel nord Italia questa funzione è svolta dal broletto, un edificio con un porticato aperto al piano terra.
In centro Italia il palazzo assume l’aspetto di una piccola fortezza, in quanto ospita i governanti durante il loro incarico.
Nel sud Italia i castelli voluti dall’imperatore Federico II hanno un carattere militare: sono luoghi di controllo della popolazione e di eventuali attacchi dal mare.
La scultura viene usata per ornare facciate, portali e parti interne di edifici sacri. I portali spesso contengono statue-colonna cioè statue allungate che si distaccano dal muro e rivelano una maggiore precisione anatomica.
Gli scultori gotici cercano di rappresentare statue realistiche, che abbiano proporzioni perfette, eleganza e realismo della figura.
In Italia le opere dello scultore Benedetto Antelami denotano l’attenzione per i sentimenti umani e la realtà quotidiana.
Grandi innovatori italiani sono anche Nicola e Giovanni Pisano. I loro pulpiti segnano il passaggio dalle forme massicce ed essenziali a forme più armoniose e dinamiche.
In Italia la pittura ad affresco si sviluppa come alternativa all’uso delle vetrate francesi: si utilizza negli edifici sacri e in quelli civili. Alternativa all’affresco è la pittura su tavola, nel formato della pala d’altare, un dipinto di grandi dimensioni collocato dietro l’altare.
Le immagini e i contenuti sono nuovi, legati all’influenza della predicazione degli Ordini mendicanti che parlano di fratellanza, pietà e carità. Nelle grandi croci dipinte compare il Christus patiens, sofferente, con il capo reclinato e gli occhi chiusi.
Cimabue e Giotto, esponenti della scuola fiorentina, operano grandi cambiamenti nella pittura: i personaggi sono realistici, inseriti in uno spazio reale e concreto, il volume dei loro corpi è reso tramite il chiaroscuro.
Allievo di Cimabue, Giotto è un grande architetto, autore di mosaici e affreschi tra i più importanti dell’epoca; si dedica anche alla pittura su tavola.
Dimostra una grande capacità di rendere la concretezza dello spazio e l’espressione dei sentimenti, del tutto ignorati dalla pittura precedente.
Negli affreschi della Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, la nuova visione di Giotto è quella di far vedere che Francesco non è solo un santo, ma un uomo che ha combattuto e sofferto per affermare le proprie idee.
Al posto di uno spazio irreale, Giotto cerca di costruire uno spazio vero, in cui Francesco si muove in mezzo ad altre persone: costruisce le scene collegandole fra di loro, in modo da dare il senso di una storia continua.
Negli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova, Giotto raggiunge straordinari risultati nella resa della profondità e nella rappresentazione dei sentimenti.
Questo ciclo di affreschi è contraddistinto: