Il primo Novecento

Il contesto storico

La Belle Époque viene troncata violentemente dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale (1914-1918). Alla conclusione di questo scontro, in cui vengono adottate per la prima volta armi chimiche e tecnologiche devastanti, gli Imperi centrali (Prussia e Austria) sono sconfitti. Le pesantissime condizioni di pace imposte alla Germania scatenano il malcontento popolare che sarà alla base dell’ascesa del nazismo, così come la crisi economica e sociale, diffusa in tutta Europa, provocherà l’avvento del fascismo in Italia e dello stalinismo in Russia, movimenti totalitari che mirano alla soppressione delle libertà individuali. Gli Stati Uniti, usciti vincitori dalla guerra, inizialmente conoscono un momento di grande benessere, interrotto bruscamente, però, dal crollo della Borsa di Wall Street (1929) con cui ha inizio la Grande Depressione. L’aggressività nazista, che porta nel 1939 all’invasione della Polonia, scatena la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) che terminerà con la sconfitta della Germania, dell’Italia e del Giappone (alleati nella guerra), dopo l’immane tragedia delle bombe atomiche sganciate sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

Le avanguardie storiche

Il periodo tra il 1905 e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale è un momento di innovazione senza precedenti. Il rifiuto delle forme tradizionali d’arte diventa sempre più evidente con la nascita delle cosiddette avanguardie storiche (Cubismo, Futurismo, Astrattismo...), che eliminano i contenuti dell’arte tradizionale e propongono un rinnovamento del linguaggio. Gli aderenti alle avanguardie mirano a unificare arte e vita adottando non solo stili rivoluzionari in arte, ma anche un nuovo modello di comportamento, opposto a quello borghese. Una grande influenza hanno le teorie filosofiche e scientifiche che si diffondono in quegli anni, come la psicanalisi di Freud e la teoria della relatività di Einstein. Il rinnovamento del linguaggio consiste nell’accettazione di questi principi: l’arte non deve riprodurre la realtà come appare in natura ma deve essere l’espressione della visione creativa e fantastica dell’artista; l’artista non deve seguire nessun criterio di ordine, simmetria o armonia, ma deve solo cercare di rappresentare le intuizioni che lo hanno ispirato; non esiste più un “bello” in senso tradizionale e l’opera d’arte può essere realizzata anche con elementi bizzarri e impensati, unendo insieme oggetti di diversa provenienza con una tecnica definita assemblage. La scoperta dell’arte africana, conosciuta anche attraverso l’apertura a Parigi del Museo Etnografico del Trocadèro, sarà poi un elemento fondamentale nelle scelte dei modelli e dei linguaggi adottati dalle avanguardie.

L’angoscia di vivere: l’Espressionismo

La prima avanguardia a comparire sulla scena europea, nel 1905, è l’Espressionismo, che vede la pittura come interpretazione del disagio dell’artista di fronte a una realtà che non capisce e della quale dà una rappresentazione deformata sia nei tratti sia nei colori. L’Espressionismo si suddivide in due correnti: l’Espressionismo nordico, rappresentato dalla Brucke tedesca (“il ponte”), portatore di una visione cupa e tragica del destino umano; i Fauves francesi (“le belve”), nome che allude all’uso esasperato e aggressivo del colore, che serve però a esprimere una visione vitale e ottimista dell’esistenza, capeggiati da Matisse. La scoperta dell’Arte Africana, conosciuta anche attraverso l’apertura a Parigi del Museo Etnografico del Trocadèro, sarà poi un elemento fondamentale nelle scelte dei modelli e dei linguaggi adottati dalle Avanguardie.

La Brucke e l’Espressionismo nordico

Un’anticipazione dei temi della solitudine e dell’angoscia umana di fronte alla morte, nonché dell’incapacità di comprendere il senso dell’esistenza, ci è data dall’opera di Edvard Munch (1863-1944). Ne Il grido, Munch esprime con straordinaria potenza temi come la follia, la malattia e la morte, destinati a diventare oggetto della produzione dei pittori tedeschi, in particolare del gruppo Die Brucke. Un autore scollegato da ogni corrente è l’austriaco Egon Schiele (1890-1918). Nelle sue opere sembra aleggiare il presentimento della morte incombente e la consapevolezza che il dolore è la regola basilare dell’esistenza.

L’esplosione del colore: i Fauves

Alla base della pittura dei Fauves stanno l’energia espressiva di Van Gogh e la violenza coloristica di Gauguin: ai due maestri si rifanno André Derain (1880-1954), Maurice de Vlaminck (1876-1958) e soprattutto Henri Matisse (1869-1954). I Fauves attraverso il colore esprimono l’interiorità dell’autore. I caratteri che li definiscono sono l’uso di colori puri, stesi su ampie superfici, e l’adozione di forme sottolineate da un contorno ben definito, che annulla la tridimensionalità. Il desiderio di semplificazione indurrà Matisse ad adottare la tecnica dei papiers découpés, fogli di carta colorata e ritagliata, in cui le forme e i colori diventano i protagonisti di un universo bidimensionale.

Il Cubismo e la ricostruzione del mondo

Nel 1907 a Parigi Pablo Picasso e George Braque danno vita al Cubismo, uno dei movimenti più rivoluzionari delle avanguardie europee. Questo movimento parte dalle intuizioni di Cèzanne e anziché presentare i soggetti da un’unica prospettiva, li scompone nelle forme geometriche essenziali, tagliandoli secondo i vari piani e poi ricomponendoli in modo diverso, così da dare l’idea di come essi cambino a seconda del punto di vista.

Il genio multiforme di Pablo Picasso

Il simbolo stesso della rivoluzione nell’arte del Novecento è Pablo Picasso (1881-1973). La prima fase della sua produzione artistica si può suddividere in periodi. Il periodo blu, durante il quale i dipinti dell’artista sono caratterizzati da una tonalità livida e da soggetti umili e disperati, afflitti dalla miseria. Il periodo rosa: i soggetti hanno espressioni pacatamente indifferenti e la tavolozza si schiarisce, con colori che suggeriscono maggiore serenità; i soggetti, tratti quasi sempre dal mondo del circo, assumono pose eleganti e aggraziate. Il 1907 è per Picasso l’anno di un cambiamento rivoluzionario. Les dèmoiselles d’Avignon inaugura la fase definita Cubismo delle origini, caratterizzata da forme semplificate, ridotte a volumi geometrici. A questa prima fase ne seguiranno altre più complesse: prima il Cubismo analitico, nel quale il soggetto è colto da diverse angolazioni e ricomposto sulla tela con sovrapposizioni e compenetrazioni in una tonalità unica, o quasi, di colore; poi il Cubismo sintetico dove gli oggetti sono definiti in modo molto semplificato, senza prospettiva, spesso con la tecnica del collage polimaterico.

La scuola di Parigi

Parigi raccoglie non solo le avanguardie, ma anche pittori che seguono uno stile personalissimo. Quando si allude a loro, si parla di Scuola di Parigi. Amedeo Modigliani (1884-1920) incontra a Parigi Constantin Brancusi (1876-1957) con cui condivide l’interesse per il primitivismo. Mentre per Brancusi un elemento essenziale è il riferimento alla mitologia popolare rumena, ad attrarre Modigliani sono l’antica scultura greca e le maschere africane con le loro teste stilizzate e i lunghi colli. L’altro grande della Scuola di Parigi è Marc Chagall (1887-1985). Nelle sue opere sono sempre presenti la nostalgia per la città d’origine e i riferimenti alla cultura ebraica e ai suoi elementi tradizionali.

La ribellione e il culto della velocità: il Futurismo

Il Futurismo vuole essere un movimento rivoluzionario teso ad abbattere ogni forma di arte tradizionale; nato a Parigi nel 1909 con il Manifesto di Marinetti, in seguito si svilupperà in relazione a diversi tipi d’arte. I Futuristi (Balla, Boccioni, Severini, Depero) si dichiarano contro tutte le istituzioni dell’arte legate al passato, dall’accademia al museo, e vogliono che i soggetti delle loro opere siano espressione della caotica realtà del mondo urbano, utilizzando a tale scopo un linguaggio basato sulla frammentazione del colore; essa deve distruggere la consistenza dei corpi, facendo invece apparire sulla tela il loro dinamismo. È Giacomo Balla (1871-1958), fra i Futuristi, colui che sviluppa nel modo più poetico i temi della luce e del movimento: per rendere l’idea dello spostamento della figura, in Ragazza che corre sul balcone adotta la modalità della scomposizione dinamica, servendosi di quella che è la base del linguaggio cinematografico, cioè la successione di fotogrammi. Poiché il movimento è il fulcro della loro ricerca, i Futuristi celebrano anche i nuovi mezzi di trasporto, cioè l’automobile, il treno, i mezzi di locomozione.

L’Astrattismo: forme pure e colori

L’Astrattismo rifiuta di rappresentare la realtà del mondo naturale: il suo scopo è far nascere sentimenti ed emozioni tramite colori e forme pure, capaci di suscitare nello spettatore le stesse emozioni che può creare la musica. Ideatore di questa identità musica-disegno è Vasilij Kandinskij, fondatore della corrente del Blaue Reiter (“Il cavaliere azzurro”), creata a Monaco di Baviera nel 1911 insieme ad altri artisti, come Franz Marc e Paul Klee. Questa corrente è definita anche Astrattismo lirico e si distingue dall’Astrattismo geometrico di Mondrian e Malevič, che individuano nelle forme geometriche pure i soggetti delle loro opere.

Franz Marc e Vasilij Kandinskij: dalla natura alla mente

In Uccelli di Franz Marc (1880-1916), gli spunti del mondo naturale sono assorbiti da macchie di colore e linee spezzate che non hanno riferimenti con la realtà. Intorno al 1910 Vasilij Kandinskij (1866-1944) dipinge le prime opere in cui i colori e le forme suggeriscono sensazioni, proprio come fa la musica: i titoli scelti per le opere (Composizioni o Improvvisazioni) rimandano appunto alle partiture musicali. Kandinskij, inoltre, spiega in Lo spirituale nell’arte che determinati colori e forme provocano specifiche sensazioni. Con il tempo, nelle sue opere diventeranno sempre più significative le figure geometriche a cui il pittore attribuirà forti valori simbolici.

Paul Klee: astrazione e ricordo

Lo svizzero Paul Klee (1879-1940) fa parte del Blaue Reiter solo per breve tempo, ma questa sarà una delle esperienze fondamentali della sua vita, insieme a un viaggio in Africa, da cui trarrà la forte passione per il colore. Klee non pratica quasi mai l’Astrattismo vero e proprio perché nelle sue opere sono spesso presenti elementi figurativi molto semplificati. Klee è un pittore raffinatissimo, che solo in parte si rifà alla pittura dei bambini, immediata e sincera: nelle sue opere le forme semplici sono oggetto di una scomposizione minutissima in tasselli colorati che ci fanno comprendere l’idea del mondo che il pittore ha elaborato dentro di sé.

Piet Mondrian e il Neoplasticismo

Le più significative ricerche nella direzione dell’Astrattismo geometrico vengono svolte dall’olandese Piet Mondrian (1872-1944); egli, partito dalla rappresentazione della natura piatta del paesaggio olandese, approda a tele dominate da griglie ortogonali che delimitano zone di colore puro, in modo da ottenere un’armonia rappresentata dall’equilibrio delle linee e delle aree colorate. L’arte di Mondrian, il Neoplasticismo, si basa sulla scomposizione della tela in forme geometriche, dipinte con colori primari più il bianco e il nero.

Kazimir Malevič e il Suprematismo

Il pittore ucraino Kazimir Malevič (1878-1935) porta alle estreme conseguenze l’astrattismo geometrico fondando il Suprematismo di cui dà i caratteri nel saggio Il Suprematismo, ovvero il mondo della non rappresentazione: qui afferma la supremazia nell’arte (da cui il nome del movimento) della sensibilità pura rispetto a ogni forma di rappresentazione della realtà. In questo percorso Malevič passerà da tele con figure geometriche astratte a una sola grande figura di un solo colore.

La Metafisica e il Surrealismo

Nel Novecento spazio fondamentale ha la psicanalisi freudiana che stabilisce che non sempre siamo consapevoli, o in grado, di governare le nostre azioni, perché nel subconscio covano degli impulsi che talvolta ci spingono ad agire in modo irrazionale. Una maniera per comprendere ciò che ci ha indotto a queste azioni è indagare i sogni fatti o riportare alla luce i ricordi ormai cancellati attraverso tecniche come l’ipnosi. Partendo da queste scoperte, nel Novecento nascono due grandi correnti pittoriche, la Metafisica e il Surrealismo, che intendono rappresentare sulla tela gli incubi, le allucinazioni, i sogni, ma anche ciò che è conservato nella memoria.

La metafisica di Giorgio De Chirico

Il primo di questi movimenti nasce in Italia con il nome di Metafisica e ha il suo principale rappresentante in Giorgio De Chirico (1888-1978), che nelle sue opere presenta città in cui pare cancellata ogni traccia umana. Nonostante la verosimiglianza delle architetture ispirate alla grandiosità del passato, le uniche presenze apparentemente “umane” sono manichini, collocati in ambienti totalmente vuoti; così l’artista dà spazio alla dimensione misteriosa della vita.

Il surrealismo: Salvador Dalì, Joan Mirò e René Magritte

Più vario è il panorama del movimento chiamato Surrealismo. I maggiori rappresentanti sono Salvador Dalì (1904-1989), contraddistinto da una fantasia sfrenata e da un’abilità tecnica eccezionale, Joan Mirò (1893-1983), che si dedica alla creazione di opere in cui applica la trascrizione meccanica dei sogni sulla tela, e Renè Magritte (1898-1967), che si serve di associazioni inattese e incongrue per rivelare allo spettatore la sostanziale ambiguità dell’esistenza.

Il Dadaismo

Il Dadaismo nasce a Zurigo nel 1916. Caratteristica di Dada è impegnarsi a distruggere tutte le convenzioni del passato. Lo scopo è scandalizzare e scardinare le convinzioni riguardo a ciò che fino a quel momento era considerato arte: questa, a parer loro, può nascere anche dall’accostamento di oggetti quotidiani senza relazione (assemblage) dal fotomontaggio o da tecniche fotografiche nuove, dallo stravolgimento ironico di forme artistiche o di opere precedenti. Il recupero di tutto ciò che può turbare i borghesi, cioè di quello che è definito antiarte, è praticato soprattutto da Marcel Duchamp (1887-1968). Secondo Duchamp l’artista può creare anche soltanto accostando oggetti quotidiani. Nasce la tecnica del ready made. Gli esponenti più noti del movimento sono, oltre a lui, Tristan Tzara, Man Ray e Kurt Schwitters.

Il “ritorno all’ordine”

Nel periodo fra le due guerre mondiali in Italia il fascismo esercita un forte controllo sull’arte che deve seguire dei percorsi tradizionali e in sintonia con l’ideologia politica. L’arte italiana ha perciò uno sviluppo particolare, distaccato dalle sperimentazioni. Questo atteggiamento viene chiamato “ritorno all’ordine” nel senso che si ritorna al linguaggio della tradizione classica e della pittura italiana del Trecento e Quattrocento, come si vede nell’opera di Giorgio Morandi (1890-1964). Il recupero della tradizione viene portato avanti dal movimento “Novecento” il cui principale rappresentante è Felice Casorati.

La rivoluzione urbana: dall’oggetto all’architettura

La nascita del design e il Bauhaus

Nella prima metà del Novecento l’architettura ha uno straordinario sviluppo legato al tumultuoso espandersi delle città. Parallelamente, nel campo dell’arredamento e della creazione di oggetti di uso comune, nasce il design, cioè la progettazione di oggetti la cui la forma è legata alla funzione dell’oggetto stesso. La nascita del design è fusa con la nascita del Bauhaus, una scuola di architettura fondata da Walter Gropius (1883-1969), che opera in Germania dal 1919 al 1933. Il Bauhaus non solo rappresenta la corrente più influente del modernismo in architettura, ma è anche la scuola in cui si attua una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda il rapporto fra arte e artigianato, considerati dello stesso livello.

L’Art Déco

L’Art Déco prende il nome dall’Esposizione di Arti Decorative di Parigi del 1925; detto anche, per questo motivo, Stile 25, si può considerare una derivazione dell’Art Nouveau, in quanto si occupa di ogni aspetto dell’architettura e dell’arredamento, ma si distingue dal Bauhaus perché adotta forme decorative più ricche e opulente. Gli artisti più famosi che hanno diffuso questo stile nel mondo sono Romain de Tirtoff chiamato Ertè e Tamara de Lempicka. Le decorazioni tipiche sono motivi e sagome di animali, fogliame tropicale, i motivi che richiamano il sole, lo zig-zag e gli scacchi. L’Art Déco predilige materiali nuovi come l’acciaio inossidabile o l’alluminio.

L’Architettura Razionalista

L’Architettura Razionalista adotta come princìpi fondamentali il rigore geometrico e il rifiuto di qualsiasi elemento decorativo esterno per ricercare solo l’assoluta funzionalità di ogni componente dell’edificio. Gli esponenti principali del Razionalismo sono Le Corbusier (1887-1965) e Mies van der Rohe (1886-1969).

L’Architettura Organica

L’Architettura Organica considera l’architettura e il paesaggio circostante un tutto unico, cioè un organismo vivente, in cui paesaggio ed edificio si devono integrare. Il padre di questa corrente è considerato Frank Lloyd Wright (1867-1959).

Le civiltà fluviali

Il contesto storico

Le civiltà fluviali sono nate e si sono sviluppate in zone molto fertili vicino a corsi d’acqua dove si potevano praticare l’agricoltura e l’allevamento. Mesopotamia: zona compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate; Egitto: zona lungo il corso del fiume Nilo. In seguito al progressivo aumento delle vie di comunicazione si creano le prime forme di commercio.   Lo scambio delle merci favorisce la nascita delle prime città, dove l’insediamento umano è favorito da innovazioni tecnologiche: la ruota e i primi carri per il trasporto delle merci;  l’aratro per la lavorazione dei campi; la costruzione di canali per l’irrigazione dei terreni e le coltivazioni.

L’arte della Mesopotamia

In Mesopotamia si sviluppano i primi centri urbani, grazie alla ricchezza del suolo e all’agricoltura. La nascita delle prime città ha importanti conseguenze culturali, tra cui l’invenzione della scrittura cuneiforme, fatta di segni di forma triangolare impressi nell’argilla fresca. La scrittura inizialmente viene utilizzata per i contratti e il resoconto degli scambi commerciali, in seguito anche per scrivere leggi o opere letterarie come la storia di Gilgamesh, il primo poema epico della storia. Si crea un ordine sociale: il potere è in mano a un re-sacerdote, affiancato dai sacerdoti che esercitano il potere religioso.

I Sumeri

L’edificio principale della città-stato sumera è la ziqqurat, una piramide a gradoni costruita con mattoni in argilla mischiata a paglia e asciugata al sole. Alla sommità si trova il tempio del dio, più in basso l’abitazione del re e le stanze dei sacerdoti e per ultimo i magazzini. I Sumeri realizzano per primi statuette votive e opere decorative che forniscono la narrazione di fatti ed eventi.  L’opera più famosa è lo stendardo di Ur, una tavola di legno lavorato su entrambe le facce, con inserti di vari materiali, che rappresentano da un lato la guerra e dall’altro la pace.

Babilonesi, Assiro e Persiani

Dopo i Sumeri, la Mesopotamia viene conquistata dai Babilonesi. Il loro re, Hammurabi, crea il primo codice di leggi scritto della storia, che è giunto fino a noi nella famosa Stele di Hammurabi. In seguito Assiri e Persiani introducono alcune innovazioni architettoniche come i giardini pensili e grandi opere di fortificazione e difesa. Durante il regno di Nabucodonosor, sovrano persiano, la capitale Babilonia è circondata da possenti mura su cui si aprono le porte di accesso alla città; una delle porte più belle è la porta di Ishtar. 

L’arte egizia

La civiltà egizia si sviluppa lungo il corso del fiume Nilo, i cui cicli di piena e siccità determinano la vita, i periodi di lavoro e di riposo, la religione e l’arte dell’antico Egitto. Il faraone non è solo il re dell’Egitto, ma l’incarnazione di Horus, il dio del sole; se ne deve quindi garantire la vita eterna dopo la morte tramite la mummificazione. Il ruolo del faraone e l’importanza della religione sono testimoniati dalle piramidi, dai templi e dalle tombe scavate nella montagna: costruite con materiali duraturi, sono dipinte da immagini e geroglifici, una scrittura formata da disegni, simboli e segni.

Le piramidi

Gli Egizi costruiscono tombe grandiose per dimensioni e struttura. Le prime tombe monumentali (màstaba) sono di forma tronco-piramidale; successivamente, dalla sovrapposizione di più màstabe di dimensioni ridotte, nasce la piramide a gradoni. A poco a poco le piramidi assumono una forma geometrica con le facce lisce: si costruiscono in questo modo, nella piana di Gizah, le tre colossali piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, posizionate secondo l’allineamento delle stelle. A protezione del complesso di tombe è posta la colossale scultura della Sfinge: un leone sdraiato (simboleggia la forza) con testa umana (simboleggia la saggezza). All’interno delle piramidi il sarcofago era nascosto in una serie di cunicoli ciechi, per impedirne l’accesso ai saccheggiatori di tombe. Una delle poche tombe ritrovate intatte è quella del sovrano Tutankhamon.

L’età dei templi

La fase del Nuovo Regno in cui la capitale dell’Egitto viene spostata a Tebe, per proteggerla contro gli attacchi dal mare, è definita «età dei templi».  I faraoni fanno edificare Karnak e Luxor, i due più famosi centri sacri dell’Egitto. I templi, di dimensioni straordinarie, si dividono in: templi divini, legati al culto delle divinità, come quello di Amon a Karnak; templi funerari, consacrati al culto del faraone defunto, come quelli di Abu Simbel in onore del faraone Ramses II e di sua moglie Nefertari.

La scultura

La scultura monumentale è considerata un completamento dell’architettura perché contribuisce a rendere eterno il ka, cioè lo spirito del faraone. Tutte le statue celebrative rispecchiano un modello fisso (canone) basato su misure, posizioni e atteggiamenti prestabiliti e sempre uguali. I caratteri individuali sono limitati al volto e al nome del personaggio raffigurato (cartiglio). Il rigido rispetto per le forme tradizionali viene infranto durante il regno del faraone Akhenathon che fa realizzare pitture e sculture più realistiche, molto diverse dalla tradizione ufficiale. Le statue di personaggi privati o quelle che fanno parte del corredo funerario di un defunto rappresentano, invece, il carattere degli individui o gli aspetti della vita quotidiana.

La pittura

La pittura presente nelle grandi tombe serve a celebrare il defunto e presenta anche gli aspetti privati della sua vita in modo che possa riviverli dopo la morte. Gli elementi fondamentali del codice della pittura sono la contemporanea rappresentazione frontale degli occhi e delle spalle; il profilo del volto e del resto del corpo; i piedi affiancati per indicare il corpo fermo o un piede in avanti per indicare il movimento; la pelle rosso scuro per gli uomini e giallo ocra per le donne; il rispetto delle proporzioni basate su un reticolo di quadrati.

Le civiltà del Mar Egeo

Il contesto storico

La civiltà cretese e quella micenea nascono durante la prima età del Bronzo. Le due nuove civiltà, che si sviluppano nella parte centrale del Mediterraneo, sono legate soprattutto allo sviluppo della navigazione e del commercio. L’isola di Creta è la culla della civiltà minoica, dal nome del suo fondatore Minosse. La civiltà micenea si sviluppa nella penisola del Peloponneso dove si trova Micene, la città più importante. 

L’arte minoica

Grazie alla tranquillità all’interno dell’isola di Creta e alla naturale difesa da attacchi esterni fornita dal mare, i palazzi cretesi non presentano traccia di mura difensive. La decadenza e la scomparsa di questa civiltà furono causate probabilmente da alcuni violenti terremoti e fenomeni sismici, e dagli attacchi dei Micenei, una popolazione del Peloponneso. La civiltà minoica viene riscoperta agli inizi del Novecento dall’archeologo Arthur Evans, che ritrova i resti del palazzo di Cnosso.

La pittura parietale

L’arte minoica non celebra il potere religioso e politico, come l’arte mesopotamica e quella egizia, ma mira ad abbellire i palazzi e a presentare i caratteri più piacevoli e gioiosi della natura e della vita quotidiana.  La pittura cretese è meno dettagliata di quella egizia: l’uso di colori che si impastano con la superficie della parete fa si che l’opera debba essere completata in fretta, senza possibilità di ripensamento. I cretesi dipingono le figure con la visione di profilo come gli Egizi; il ruolo della donna nella vita sociale è testimoniato dalla sua presenza in diversi affreschi.

La ceramica e la scultura

La ceramica, di cui si conservano molti esemplari, documenta l’abilità nel disegno e l’amore per la natura dei cretesi.  Gli oggetti in ceramica sono legati a rituali religiosi o destinati a un uso pratico, come il vasellame.  Gli oggetti utilizzati per la mensa o nei riti sacri presentano diversi stili, con decorazioni geometriche o naturalistiche, che compaiono in momenti storici successivi.

L’arte micenea

Le continue aggressioni degli Achei, un popolo proveniente dal Peloponneso, e i numerosi cataclismi naturali provocano il declino di Creta. Gli Achei sono un popolo guerriero che abita in città-Stato indipendenti circondate da imponenti mura. La città più importante, di cui si conservano ancora dei resti archeologici, è Micene. Con la conquista di Creta, gli Achei ne apprezzano l’arte e lo stile di vita, tanto da riportare nei loro palazzi decorazioni e oggetti ispirati all’arte minoica. La civiltà micenea, descritta con precisione da Omero nell’Iliade e nell’Odissea, tramonta attorno al 1100 a.C. per opera dei Dori.

Città fortificate

Le città fortificate micenee hanno una parte alta (acropoli), con l’abitazione del re e i luoghi sacri, circondata da mura possenti, formate da massi molto grandi. Alla città si accede tramite porte maestose, come la Porta dei Leoni di Micene. Un sistema di passaggi e scale conduce alla dimora del re, il cui centro è il megaron, una sala con il trono e un focolare circondato da quattro colonne: struttura che sarà alla base del tempio greco.

Tombe imponenti

Le tombe a thòlos sono strutture poste sotto un tumulo di terra a cui si accede attraverso il dròmos, un corridoio interrato.  L’interno è formato da uno spazio circolare per i riti funebri ed è ricoperto da una volta formata da strati di massi che si restringono fino a formare una copertura a forma di cupola ogivale. Queste tombe contenevano un ricchissimo tesoro funerario, come il Tesoro di Atreo. Grazie ai manufatti ritrovati nelle tombe, sappiamo che gli Achei erano esperti nella lavorazione dei metalli: il bronzo per le armi e l’oro per gioielli, coppe e vasellame.

La Grecia

Il contesto storico

La storia greca comincia con l’invasione dei Dori che nel XII secolo a.C. sconfiggono i Micenei e conquistano tutta la penisola greca creando tanti centri, le póleis, legati da lingua e religione, la cui economia si basa sull’agricoltura e sul commercio per mare. Le póleis si espandono in Oriente e Occidente: i Greci fondano colonie in Asia Minore (l’attuale Turchia), in Magna Grecia (l’Italia meridionale) e in Sicilia. Queste colonie mantengono usi e tradizioni della madrepatria. Caratteristica della civiltà greca è la mancanza del dominio di un re o di un’autorità religiosa suprema; i cittadini contribuiscono insieme al governo, alla difesa e al benessere della pólis: nasce la democrazia. In questo periodo nasce la filosofia, cioè la scienza che studia il perché delle cose, e l’arte conosce un grande sviluppo.

L’arte greca

L’arte greca si è sviluppata grazie a un insieme di tentativi di ottenere la perfezione in tutti i campi: rappresentazione dell’individuo, creazione di edifici armoniosi secondo schemi matematici, progettazione di una città ordinata e ben suddivisa. L’arte greca si suddivide in tre periodi: periodo arcaico (VII sec. - metà V sec. a.C.): si pongono le basi dell’architettura e si realizzano le prime sculture;  periodo classico (metà V sec. - metà IV sec. a.C.): periodo di massimo splendore; ellenistico (dalla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. alla battaglia di Azio nel 31 a.C., quando la dinastia degli ultimi sovrani ellenistici, scompare): periodo di diffusione dell’arte greca in tutto il mondo.

La scultura

Il periodo arcaico

Le prime opere dell’età arcaica sono ancora rigide e statiche e i corpi riprendono il modello egizio dell’individuo in piedi, con la gamba sinistra in avanti,  ma per i Greci la figura deve stare in piedi senza sostegno.  La figura maschile (kouros) viene rappresentata senza indumenti, per evidenziare la perfezione ideale del corpo.  La figura femminile (kore) è completamente ricoperta dalla tunica. Entrambe presentano un’acconciatura accurata e il cosiddetto «sorriso arcaico», che non esprime un sentimento ma ha la funzione di sottolineare le masse muscolari del volto. Queste figure maschili e femminili, completamente colorate, rappresentano immagini di defunti o offerte funebri.

Il periodo classico

Il passaggio a una figura che non sia solo anatomicamente perfetta, ma che si muova nello spazio, avviene con Policleto, autore del Canone, un trattato in cui si stabilisce quali sono le proporzioni ideali del corpo umano.  Con questo trattato l’arte greca entra nella fase classica, nella quale lo scultore cerca di produrre una bellezza ideale, legata a princìpi di armonia, simmetria ed equilibrio. Gli scultori famosi del periodo sono Mirone, Prassitele e Fidia.

Il periodo ellenistico

Durante questo periodo le città greche perdono la loro libertà perché entrano a far parte dell’impero di Alessandro Magno.   L’arte del periodo ellenistico non mira più alla rappresentazione della bellezza ideale ma analizza i sentimenti e gli aspetti più intimi della natura umana.  Lo scultore più famoso di questo periodo è Lisippo, autore di statue in bronzo e scultore alla corte di Alessandro Magno.

L’architettura

Il tempio

Il tempio è collocato nella parte alta della città, l’acropoli, ed è considerato la casa della divinità. La cella è la parte più interna, accessibile solo ai sacerdoti, e conserva l’immagine della divinità. L’altare per i sacrifici è invece collocato all’esterno, per essere visibile ai fedeli.  Il tempio greco deve esprimere l’idea di armonia, che si ottiene attraverso la costruzione basata su rapporti matematici fra le sue parti.  Si abbandonano mattoni e legno per adottare materiali più duraturi, come il marmo, vivacemente dipinti.  Si cominciano a stabilire le dimensioni del tempio, il tipo di decorazione e la forma delle colonne e della trabeazione; si creano così tre ordini: dorico, ionico e corinzio.  Sui lati brevi del tempio, sopra la trabeazione, c’è il frontone, uno spazio triangolare formato dal timpano e dalle cornici che lo racchiudono.

I teatri

Il teatro, in cui si rappresentano tragedie (narrazioni di vicende mitologiche) e commedie (fatti della vita quotidiana), è fondamentale per l’educazione alla vita democratica dei cittadini.  Si costruisce su un pendio naturale per favorire la visione di quanto avviene sulla scena e offrire una buona acustica. La cavea, inserita nel pendio naturale, è formata dalle gradinate destinate agli spettatori; l’orchestra, uno spazio circolare alla base del pendio, è il luogo dove avviene l’azione teatrale, in genere recitazione e danza.

I santuari

I santuari sono luoghi sacri in cui sono presenti vari edifici oltre a quelli destinati al culto della divinità. La loro funzione è quella di unificare i cittadini delle varie poleis, che vi si recano per pregare gli dei o ottenere predizioni sul futuro. Uno dei santuari più famosi della Grecia è il Santuario di Olimpia, dedicato al culto di Giove Olimpio, dove ogni quattro anni si svolgevano le competizioni sportive dei Giochi Olimpici.  Un altro santuario molto importante è quello di Delfi, nel quale si interrogava la Pizia, sacerdotessa di Apollo, per conoscere il futuro.

La pittura

Si è persa quasi ogni traccia della pittura greca, nonostante abbia avuto artisti molto famosi; si conserva però una testimonianza dell’evoluzione dei temi e degli stili di quest’arte tramite la pittura dei numerosi vasi che si sono conservati. Durante il medioevo ellenico, la fase iniziale della storia greca, la produzione è a scopo funerario: si usano anfore (per le donne) e crateri (per gli uomini) di grandi dimensioni, decorati a piccoli segni geometrici divisi in fasce, in cui a volte è inserita una scena funebre.

Figure nere e figure rosse

Nella produzione ceramica detta «a figure nere» (sul fondo naturale dell’argilla rossa vengono dipinte figure nere) e in quella detta «a figure rosse» (il fondo viene dipinto di nero e si lasciano in colore naturale le figure), la figura umana presenta maggiori dettagli sia per i tratti fisici, sia per i movimenti e la collocazione nello spazio. L’ultima produzione originale greca è quella dei vasi funerari a fondo chiaro.

Gli Etruschi

Il contesto storico

Gli Etruschi, un popolo dalle origini misteriose, prendono il sopravvento nell’VIII secolo a.C. nella zona compresa tra le odierne Emilia-Romagna, Toscana e Lazio.Poiché la loro lingua è stata compresa solo in parte, l’origine degli Etruschi è incerta: qualcuno sostiene che provenissero dall’Asia Minore, altri che discendessero dai Villanoviani, un popolo insediato anticamente nella pianura padana.Gli Etruschi, come i Greci, sono organizzati in città indipendenti rette dal lucumone, la massima carica politica, ma condividono lingua, religione e costumi. Il loro massimo splendore si verifica tra il VII e il VI secolo a.C., quando impongono il loro dominio su Roma.La cultura etrusca, in parte influenzata dall’arte greca, è raffinata e originale.

L’architettura

Dell’architettura etrusca sono rimaste pochissime tracce perché gli edifici erano costruiti con materiali deperibili come il legno e la terracotta.Restano invece molte testimonianze delle necropoli, che spesso avevano la stessa struttura delle città: possiamo immaginare l’aspetto delle case, riprodotte nelle urne cinerarie, ma anche modi di vita e costumi, riportati negli affreschi o nei rilievi delle tombe.Le città etrusche sono protette da grandi mura difensive in pietra con porte d’accesso monumentali. In esse era impiegata la struttura dell’arco, tecnica tramandata ai Romani.

La pittura

IL CULTO DEI MORTI

Gli Etruschi credevano nell’aldilà, per cui le tombe presentano la stessa struttura interna delle abitazioni. Gli affreschi riproducono scene di vita quotidiana per permettere al defunto di continuare a vivere momenti felici anche dopo la morte. Tra le divinità venerate c’era Charun, un demone infernale armato di martello il cui compito era quello di strappare il defunto ai suoi cari e trasportarlo nel regno dei morti.Inizialmente gli Etruschi seppelliscono i resti dei defunti in urne cinerarie di varie forme e materiali, ma in seguito riuniscono le tombe in vere e proprie città.

La scultura

Gli Etruschi dimostrano grande originalità e abilità tecnica nella lavorazione del bronzo, dell’oro e della terracotta, usata per la decorazione degli edifici privati e sacri, per la creazione di suppellettili di uso domestico e oggetti funebri.All’interno delle tombe sono presenti grandi sarcofaghi in pietra o terracotta che contengono i corpi dei defunti. Queste opere permettono di conoscere gli usi e i costumi degli Etruschi.Il Sarcofago degli sposi, per esempio, raffigura una coppia di sposi durante un banchetto, cioè marito e moglie partecipano insieme a feste e riunioni, e sono uniti da un sincero legame, perché il marito abbraccia la moglie.

Roma

Il contesto storico

La storia di Roma si estende dal 753 a.C. al 476 d.C. e si può suddividere in tre periodi, corrispondenti alle diverse forme di governo dello Stato: periodo monarchico periodo repubblicano periodo imperiale La politica di conquiste militari adottata da Roma le permette di diventare capitale di un vastissimo territorio che occupa gran parte dell’Europa, il Medio Oriente fino alla Mesopotamia e il nord Africa. Dal III secolo in poi una serie di fattori politici interni (corruzione, lotte per la conquista del titolo imperiale, difficoltà a governare un territorio così vasto) e la pressione dei popoli barbarici che occupavano i territori oltre i confini dell’Impero, determinarono il declino di Roma, fino alla sua caduta, avvenuta con la presa di potere di Odoacre, re degli Eruli.

Le origini dell’arte romana

Nelle prime fasi di espansione i Romani dimostrano scarso interesse per l’arte, dedicandosi soprattutto alle conquiste militari e al rafforzamento politico e sociale. Inizialmente accettano i modelli e le forme dal mondo etrusco e dalla tradizione italica, preferendo sviluppare e perfezionare le tecniche edilizie e l’architettura destinata alla collettività. Con la conquista della Grecia i Romani ne adottano la cultura: filosofia, arte, opere, maestri e lingua. Molti capolavori greci, copiati da artisti romani e collocati nelle abitazioni dei ricchi, sono così diventati le migliori testimonianze dell’arte greca che sarebbe altrimenti andata perduta.

L’architettura

I Romani hanno fondato numerose città, basate sullo schema dell’accampamento militare, e hanno realizzato fognature, ponti, acquedotti e luoghi di riunione; per collegare i centri cittadini e per consentire all’esercito di muoversi più rapidamente, hanno costruito un’imponente rete di strade.Nella realizzazione di tutte queste strutture i Romani si sono serviti di tecniche costruttive e di ingegneria nuove e avanzate per l’epoca, fra cui l’arco etrusco.

La città

Le città romane si riferiscono al modello dell’accampamento militare, formato da un incrocio di vie parallele alle due strade principali: il cardo (orientato nord-sud) e il decumano (orientato est-ovest).Numerose strutture sono destinate alle esigenze dei cittadini: edifici per lo svago come teatri, circhi, anfiteatri (l’anfiteatro più famoso è il Colosseo a Roma); per l’igiene personale come le terme (le più imponenti sono le terme di Caracalla a Roma); spazi per la vita politica e sociale come i templi, le aree di mercato e le basiliche civili, concentrati nella zona del foro.Le città sono inoltre circondate da mura difensive in cui si trovano le porte di accesso e le torri di guardia.

LO SPLENDORE DELLA CAPITALE

La città di Roma, chiamata semplicemente Urbs, con il passare dei secoli si amplia in modo incontrollato diventando, però, disordinata e poco armoniosa.L’architettura a Roma, oltre ad avere funzioni di pubblica utilità, ha anche un carattere politico; Augusto e i suoi successori avviano quindi un processo di trasformazione e di abbellimento collocando nella città edifici e monumenti che celebrano lo Stato e il loro potere personale.Nei nuovi Fori Imperiali, accanto ai templi che celebrano l’imperatore, si costruiscono archi di trionfo e colonne coclidi, che non hanno una funzione pratica ma servono a esaltare la figura e le imprese di imperatori e comandanti.

LA CASA: INSULA, DOMUS E VILLA

I tipi di abitazione privata sono tre, in base alla ricchezza e al ruolo sociale dei proprietari: l’insula, la domus e la villa.  La maggior parte delle persone abitava nelle insulae, grandi caseggiati a più piani che occupavano un intero isolato. Gli abitanti risiedevano nelle stanze dei piani alti, mentre il piano terra era occupato da botteghe.  Erano edifici poco sicuri perché costruiti in legno e soggetti a incendi. La domus è l’abitazione signorile, destinata a una sola famiglia.  Si sviluppa al massimo su due piani attorno a un atrio in cui si colloca l’impluvium, la vasca che raccoglie le acque piovane. Le stanze sono distribuite attorno all’atrio da cui prendono luce; dopo la conquista della Grecia, si aggiunge un secondo cortile, più grande e più interno, il peristilio, su cui si affacciano altre stanze, circondato da portici e con un giardino centrale con fontane e opere d’arte. Le stanze della domus vengono abbellite con affreschi e statue. La villa è la casa dei proprietari terrieri.  In origine comprendeva tutti gli edifici destinati a contenere attrezzi, animali e materiali vari per l’agricoltura; in un secondo tempo diventa un luogo di svago lontano dagli impegni della capitale.

La pittura

Gli affreschi e i mosaici, usati per decorare rispettivamente le pareti e i pavimenti, ci permettono di avere una conoscenza approfondita della pittura romana.

I QUATTRO STILI DI AFFRESCO

Quattro sono gli stili di affresco individuati nel tempo: I stile (o a incrostazione): il più antico e il più semplice, imita le lastre (crustae) di marmo o di altri materiali che ricoprono le pareti; II stile (o stile architettonico): le pareti, rifacendosi alle scenografie teatrali, sono dipinte in modo da creare l’illusione ottica che si vedano al di là del muro edifici, tempietti e varie costruzioni; III stile (o della parete reale): presenta soggetti naturalistici, paesaggistici o mitologici rinchiusi spesso in cornici, su uno sfondo di colore unitario. Le pennellate sono rapide e non descrivono minuziosamente i particolari: è una pittura compendiaria cioè sintetica; IV stile (fantastico o dell’illusionismo prospettico): richiama i caratteri del II e del III stile, esagerando le caratteristiche degli edifici rappresentati tanto che risultano improbabili.

L’ENCAUSTO

Si tratta di una particolare tecnica pittorica molto costosa, ottenuta mescolando i colori a caldo con il miele, utilizzata per realizzare su tavole di legno i ritratti mortuari di alcuni personaggi benestanti. Sono le uniche opere pittoriche su tavola arrivate fino a noi dall’antichità.

La scultura

I RITRATTI

I Romani prediligono il ritratto di tipo realistico, in quanto la tradizione voleva che nell’atrio delle case nobiliari venissero conservate, come geni protettori della famiglia, le maschere degli antenati da indossare nei riti funebri.  Nei ritratti ufficiali i lineamenti vengono riprodotti cercando di suggerire le virtù e le qualità ideali del personaggio pubblico o privato, come nelle statue onorarie destinate alla celebrazione ufficiale di personaggi pubblici o nei ritratti degli imperatori di cui si celebra la grandezza.  I ritratti simbolici degli imperatori diventano uno strumento importante di propaganda: Commodo si identifica con Ercole; la monumentale testa di Costantino lo fa sembrare simile a Dio.

LA CELEBRAZIONE DELLA GRANDEZZA DI ROMA

Per celebrare la grandezza di Roma e se stesso, Augusto fa costruire l’Ara Pacis, un altare in marmo candido.   La potenza dello Stato viene celebrata anche con monumenti equestri in bronzo: questo tipo di scultura rappresenta il soggetto in modo realistico, esalta i grandi personaggi dando loro un carattere più maestoso.

L’Alto Medioevo

Il contesto storico

A partire dal III secolo d.C. i barbari, che abitano a nord e a est dell’Impero Romano, cercano di introdursi all’interno dei confini. Gli imperatori Diocleziano e Costantino tentano di porvi rimedio. Diocleziano divide l’Impero in quattro zone, governate da due Augusti assistiti da due Cesari (tetrarchia).Costantino trasferisce il centro del potere a Bisanzio, che prende il nome di Costantinopoli (l’attuale Istanbul) e diventa capitale dell’Impero d’Oriente. Inoltre concede libertà di culto a tutte le religioni, compreso il Cristianesimo. Nel 476 d.C. cade l’Impero d’Occidente per opera dei barbari. A partire dal VI secolo in questi territori nascono i regni romano-barbarici.Nel 568 d.C. i Longobardi invadono l’Italia. In questi secoli, conosciuti come Alto Medioevo, la Chiesa diventa sempre più potente e importante a livello politico e culturale.A partire dal VII secolo l’Islam, una nuova religione, comincia a diffondersi dall’Arabia in seguito alla predicazione di Maometto.

L’arte paleocristiana

LE CATACOMBE

Fino a quando non ottengono la libertà di culto, i cristiani sono costretti a celebrare i loro riti in luoghi privati e seppellire i defunti nelle catacombe, vasti cimiteri sotterranei costituiti da un complesso di corridoi sulle cui pareti sono scavati i loculi per le sepolture. Le catacombe sono decorate da immagini incomprensibili ai non credenti. Vengono usati dei simboli, come l’agnello che rappresenta Cristo, o delle allegorie, immagini tratte dalla religione pagana a cui viene attribuito un significato diverso da quello più noto, come le scene di vendemmia (la vite rappresenta Cristo) o l’immagine del Buon Pastore.

BASILICHE, MAUSOLEI E MARTYRIA

Il modello di edificio di culto adottato dai cristiani è la basilica. Nata per ospitare riunioni pubbliche e amministrare la giustizia, ha l’ampiezza adatta ad accogliere le molte persone che assistono ai riti. La forma della basilica ha un valore simbolico: la pianta allungata tagliata dal transetto ricorda una croce. Inoltre le pareti hanno ampi spazi destinati ad affreschi e mosaici, immagini con cui educare il popolo incapace di leggere. Altri edifici di culto sono il mausoleo, una tomba monumentale, e i martyria, luoghi di culto destinati ai martiri. A partire dal VI secolo, con la fondazione dell’ordine dei monaci benedettini, nasce l’abbazia, una nuova struttura sacra formata da diversi edifici che servono sia alla vita e al lavoro dei monaci, sia alle pratiche religiose.

L’arte bizantina

L’arte paleocristiana assume aspetti particolari a Ravenna, dal V secolo capitale dell’Impero d’Occidente perché più sicura da attacchi e invasioni. Grazie ai contatti con l’Oriente, si diffondono i modi della cultura bizantina sviluppatasi a Costantinopoli.Alla pittura si preferiscono i mosaici, tipici dell’arte bizantina. Gli edifici presentano un contrasto fra l’esterno molto spoglio e l’interno scintillante d’oro, contrasto che ha un forte valore simbolico: per un cristiano non ha importanza la bellezza esteriore ma solo quella interiore. Poiché il cristianesimo esalta il mondo spirituale e non la vita terrena, si abbandona l’arte realistica a favore di una rappresentazione simbolica: l’oro dei mosaici indica la luce di Dio, perdono interesse i lineamenti dei personaggi e diventano fondamentali i simboli legati al mondo ultraterreno.

L’arte barbarica

UNA RAFFINATA OREFICERIA

Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, in Italia i Goti danno vita a un regno romano-barbarico, erede della tradizione romana e della cultura bizantina.Nel VI secolo i Longobardi conquistano l’Italia diffondendo un nuovo stile, chiamato barbarico, caratterizzato da oggetti di piccole dimensioni facilmente trasportabili e realizzati in materiali preziosi come smalti, avorio, oro e pietre preziose. Nelle opere di oreficeria i Longobardi sono molto abili e hanno un gusto particolare per gli accostamenti di colore e i motivi decorativi geometrici.

BASSORILIEVI E MINIATURE

I bassorilievi con cui i Longobardi adornano gli edifici rivelano un nuovo modo di concepire lo spazio e la figura umana, con particolari significativi che vengono esasperati. Convertitisi al Cristianesimo, i Longobardi preferiscono i soggetti religiosi e quelli naturalistici che inseriscono in decori complessi e intricati, presenti nelle miniature dei codici.

La rinascita carolingia

La rinascita carolingia è il periodo in cui il re dei Franchi Carlo Magno, sconfitto l’ultimo re dei Longobardi, riunisce nella propria corte i maggiori intellettuali dell’epoca, promuovendo la rinascita della cultura classica e delle arti con lo scopo di ritornare alla grandezza dell’Impero Romano.Il centro di questo rinnovamento è la scuola palatina di Aquisgrana, dove Carlo Magno fa costruire la Cappella Palatina, per replicare l’architettura romana e bizantina.

L’arte araba

DECORAZIONI GEOMETRICHE E FLOREALI

L’arte araba è un mezzo per diffondere la parola di Allah. La religione islamica vieta di raffigurare la divinità e di riprodurre qualsiasi elemento che possa generare forme di adorazione sbagliate.Per la decorazione dei tappeti di preghiera, arredi di moschee e manoscritti di testi sacri si ricorre a decorazioni basate sull’intreccio di elementi geometrici o floreali (arabeschi), o sulla decorazione calligrafica, forme di scrittura di grande eleganza che riportano frasi dei testi sacri.

NUOVE FORME ARCHITETTONICHE

L’arte islamica si sviluppa soprattutto in Spagna, Nord Africa, Sicilia, Medio Oriente e India settentrionale.Gli edifici tipici della cultura islamica sono la moschea e la madrasa. La moschea, il luogo in cui si adora Allah, deriva dalla casa di Maometto, nella quale si riunivano i suoi seguaci per pregare: un cortile con le stanze delle donne da una parte e un porticato sugli altri lati. La madrasa è una scuola di religione dove ci si dedica allo studio del Corano.Un elemento caratteristico dell’architettura islamica è l’arco a sesto acuto, che si ritrova in tutti gli edifici sacri e profani del mondo arabo.

Il Romanico

Il contesto storico

Tra la fine del X e l’XI secolo, in Europa, la fine delle invasioni causa una ripresa del commercio e dell’agricoltura. La popolazione aumenta, grazie al miglioramento delle condizioni di vita; si raccoglie nelle città, per potervi esercitare liberamente i propri mestieri e poter prendere tutte le decisioni politiche ed economiche, fuggendo così dal dominio dei signori feudali nei castelli.Nascono i Comuni, in cui la classe dominante è la borghesia, che si guadagna la vita lavorando, spesso in conflitto con il Papa o l’Imperatore.Di fondamentale importanza è l’attività dei monaci che, riuniti nelle abbazie, rendono fertili i terreni abbandonati, conservano la cultura antica con il lavoro degli amanuensi, assistono e aiutano la popolazione fornendo anche assistenza medica.L’arte, la cultura e l’insegnamento dipendono dalla Chiesa che li usa come mezzo di controllo della popolazione.

Uno stile nuovo

Il periodo Romanico è così chiamato perché si recuperano alcuni elementi dell’arte dell’antica Roma come l’arco a tutto sesto.Le città assumono un aspetto nuovo con la creazione di nuove tipologie di edifici come le case-torre, dotate di coperture in pietra per evitare gli incendi; questi tetti, più pesanti di quelli in legno, impongono dei cambiamenti nel sistema di sostegno dell’edificio e nella sua struttura. Le piazze, luoghi di mercato e di riunione, assumono un ruolo fondamentale: su di esse si affacciano sia gli edifici dei rappresentanti del potere sia le chiese più importanti, duomo o cattedrale.

Le chiese romaniche in Italia

Gli edifici religiosi di questo periodo presentano tutti la facciata a capanna o a salienti e gli archi a tutto sesto, ma si possono notare delle particolarità legate sia ai materiali presenti nelle diverse zone, sia al tipo di maestranze (operai) che vi operano.Le facciate sono rivestite con lastre di pietra o marmo al posto dei mattoni; gli interni presentano colonne di sostegno più potenti.

Scultura e pittura: libri per chi non sa leggere

Le chiese, spesso centri di vita politica e sociale, sono anche i principali centri di istruzione religiosa per la popolazione, incapace di leggere e scrivere. Per questo motivo vengono decorate con bassorilievi, affreschi e mosaici che narrano fatti biblici o momenti e vicende della vita quotidiana usando un linguaggio simbolico. Sempre con l’intento di dare insegnamenti morali si utilizzano anche le immagini di animali mostruosi o fantastici che simboleggiano i vizi e le virtù dell’umanità.Le sculture vengono inserite nell’edificio durante la sua costruzione e quindi è necessario un perfetto sincronismo fra costruzione e decorazione e un grande accordo fra architetto e scultore sui soggetti da rappresentare e sulla loro forma.I temi tipici della cultura dell’epoca vengono affrontati dallo scultore Wiligelmo e dai suoi allievi, nella decorazione del Duomo di Modena, una specie di enciclopedia del sapere del tempo.Lo scultore Nicolò, che opera a Ferrara e Verona, inserisce vicende del Vecchio e del Nuovo Testamento con elementi della tradizione classica e contemporanei. Consapevole del proprio ruolo nella società e della propria bravura, firma anche le sue opere.

L’arte arabo-normanna

UN INCONTRO DI CULTURE

I Normanni, dopo la conquista della Sicilia, assimilano la cultura e i costumi arabi e bizantini e si servono di artigiani di ogni origine, dando vita all’architettura arabo-normanna.Dalla cultura araba riprendono un tipo di architettura dove sono molto evidenti le caratteristiche geometriche: il cubo o il parallelepipedo (qubba) è la massa principale dell’edificio a cui si sovrappongono delle cupole, delle mezze sfere. L’arco a sesto acuto ogivale sostituisce l’arco a tutto sesto; la decorazione degli edifici è basata su motivi decorativi vegetali e geometrici e sulla muqarnas, un particolare tipo di decorazione dei soffitti che imita, nel legno o nel gesso, le stalattiti.

IL CONTRASTO TRA ESTERNO E INTERNO

La chiesa normanna ha la facciata inserita fra due campanili simmetrici e la zona absidale molto simile a una fortezza. L’interno è legato alla tradizione bizantina, visibile soprattutto negli scintillanti mosaici, che creano un forte contrasto con l’esterno imponente in mattoni. Queste caratteristiche sono evidenti sia negli edifici pubblici, come il Palazzo dei Normanni, sia nelle abitazioni di villeggiatura, sia negli edifici religiosi, come la Cappella Palatina e il Duomo di Monreale.

Il Gotico

Il contesto storico

Nel Basso Medioevo si assiste a uno scontro violento tra Comuni, Impero e Chiesa.I Comuni del Nord ottengono il riconoscimento della loro autonomia dopo anni di lotte contro l’imperatore Federico I (Barbarossa).L’Impero lascia spazio all’espansione dei Comuni nel Nord e Centro Italia e al succedersi dei domini Angioino e Aragonese al Sud.La Chiesa viene criticata per l’abbandono dei valori spirituali a vantaggio degli interessi politici. Per combattere questa crisi spirituale nascono sia movimenti ereticali ribelli sia gli ordini monastici dei Domenicani e Francescani.Nel XIV secolo un’epidemia di peste si diffonde per tutta l’Europa.In Francia e Inghilterra si affermano le monarchie nazionali. In Italia molti Comuni si trasformano in Signorie: quelle più forti si impadroniscono di quelle più deboli e si trasformano in Stati regionali.

Il Gotico, uno stile barbaro

Il primo edificio in stile gotico è l’Abbazia di Saint-Denis, vicino a Parigi, luogo di sepoltura dei sovrani francesi. Questo stile, che inizialmente riguarda l’architettura sacra, nasce per celebrare la grandezza di Dio attraverso due fattori: lo slancio verso l’alto e l’utilizzo della luce.Per realizzare lo slancio verso l’alto si adottano alcune innovazioni architettoniche: la volta a crociera ogivale composta da archi a sesto acuto che, grazie alla chiave di volta (la pietra posta all’intersezione degli archi), si sorregge da sola scaricando il peso su colonne e pilastri; la struttura interna è sottolineata da nervature chiamate costoloni; la struttura esterna è arricchita da sculture ed elementi architettonici ornamentali come guglie e pinnacoli. I muri, non avendo più una funzione di sostegno, possono essere sostituiti da grandissime vetrate che permettono alla luce di entrare.

Le cattedrali

Lo stile gotico dalla Francia si espande in Inghilterra, Spagna, Germania e Italia grazie agli ordini monastici che lo adottano nelle loro abbazie.In Italia il Gotico assume un aspetto più sobrio e meno decorato rispetto al resto d’Europa.Le chiese italiane non presentano vetrate imponenti perché vengono preferiti, come forma di istruzione per i fedeli, grandi cicli di affreschi come quelli presenti nella Basilica di San Francesco ad Assisi.

Piazze, palazzi e castelli

Il progresso economico e sociale contribuisce ai profondi cambiamenti delle città, che si ampliano con nuovi elementi: cinte murarie con funzione di dogana, piazze destinate agli scambi commerciali e vie porticate.Gli ordini monastici Francescano e Domenicano stabiliscono nelle città le loro Basiliche e si creano le prime Università. Gli edifici hanno una doppia funzione: manifestare il potere e ospitare le riunioni degli organi di governo.Nel nord Italia questa funzione è svolta dal broletto, un edificio con un porticato aperto al piano terra.In centro Italia il palazzo assume l’aspetto di una piccola fortezza, in quanto ospita i governanti durante il loro incarico.Nel sud Italia i castelli voluti dall’imperatore Federico II hanno un carattere militare: sono luoghi di controllo della popolazione e di eventuali attacchi dal mare.

La scultura gotica

La scultura viene usata per ornare facciate, portali e parti interne di edifici sacri. I portali spesso contengono statue-colonna cioè statue allungate che si distaccano dal muro e rivelano una maggiore precisione anatomica. Gli scultori gotici cercano di rappresentare statue realistiche, che abbiano proporzioni perfette, eleganza e realismo della figura. In Italia le opere dello scultore Benedetto Antelami denotano l’attenzione per i sentimenti umani e la realtà quotidiana. Grandi innovatori italiani sono anche Nicola e Giovanni Pisano. I loro pulpiti segnano il passaggio dalle forme massicce ed essenziali a forme più armoniose e dinamiche.

La pittura gotica in Italia

In Italia la pittura ad affresco si sviluppa come alternativa all’uso delle vetrate francesi: si utilizza negli edifici sacri e in quelli civili. Alternativa all’affresco è la pittura su tavola, nel formato della pala d’altare, un dipinto di grandi dimensioni collocato dietro l’altare.Le immagini e i contenuti sono nuovi, legati all’influenza della predicazione degli Ordini mendicanti che parlano di fratellanza, pietà e carità. Nelle grandi croci dipinte compare il Christus patiens, sofferente, con il capo reclinato e gli occhi chiusi. Cimabue e Giotto, esponenti della scuola fiorentina, operano grandi cambiamenti nella pittura: i personaggi sono realistici, inseriti in uno spazio reale e concreto, il volume dei loro corpi è reso tramite il chiaroscuro. Allievo di Cimabue, Giotto è un grande architetto, autore di mosaici e affreschi tra i più importanti dell’epoca; si dedica anche alla pittura su tavola. Dimostra una grande capacità di rendere la concretezza dello spazio e l’espressione dei sentimenti, del tutto ignorati dalla pittura precedente.Negli affreschi della Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, la nuova visione di Giotto è quella di far vedere che Francesco non è solo un santo, ma un uomo che ha combattuto e sofferto per affermare le proprie idee. Al posto di uno spazio irreale, Giotto cerca di costruire uno spazio vero, in cui Francesco si muove in mezzo ad altre persone: costruisce le scene collegandole fra di loro, in modo da dare il senso di una storia continua.Negli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova, Giotto raggiunge straordinari risultati nella resa della profondità e nella rappresentazione dei sentimenti.Questo ciclo di affreschi è contraddistinto: dall’uso del paesaggio come importante elemento della composizione e non solo come sfondo; dalla ricerca di elementi che conferiscono maggiore profondità allo spazio.

La scuola senese

A Siena si sviluppa una scuola pittorica legata alle opere pubbliche, commissionate dal Governo dei Nove che vuole celebrare la grandezza e la potenza della città.Caratteristica comune delle opere senesi è la ricerca dell’eleganza della linea e la raffinatezza dei dettagli e dei colori.Gli artisti più significativi sono Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti, che affresca Le conseguenze del Buon Governo nella Sala dei Nove del Palazzo Pubblico, la prima opera d’arte in Italia a contenuto civile e politico.

Il gotico internazionale

Il Gotico internazionale o cortese è ispirato da ideali di grazia e raffinatezza, uniti all’osservazione del mondo reale e delle scienze naturali.In Italia e in Europa diversi sono i centri coinvolti da questo movimento. A Firenze Gentile da Fabriano dà al tema religioso il sapore delle fiabe, dimostrando passione per il lusso, per i decori raffinati, per i particolari preziosi. In quest’epoca si diffonde il romanzo cortese, che tratta le gesta e i valori dei cavalieri. La passione per questo genere, diffusa nelle classi colte, ispira cicli di affreschi come quello del castello della Manta, in Piemonte.

In questa sezione trovi le tracce audio delle sintesi del volume Storia per domani 1

La crisi dell’Impero e il cristianesimo

Il crollo dell’Impero romano d’Occidente

L’inizio dell’età medievale

I Longobardi

Maometto e l’impero arabo

Economia e cultura nell’Alto Medioevo

Carlo Magno e il Sacro Romano Impero

Le seconde invasioni e l’ordinamento signorile

I cambiamenti dopo l’anno Mille

Il conflitto tra papato e Impero e le Monarchie feudali

Pellegrinaggi e crociate

L’età dei Comuni e l’impero degli Svevi

La crisi del Trecento: carestie, epidemie e guerre

La guerra dei Cent’anni e le Signorie in Italia

L’inizio di una nuova epoca

In questa sezione trovi le tracce audio delle sintesi del volume Storia per domani 2

Le grandi esplorazioni geografiche

Le Monarchie nazionali e le guerre d’Italia

La Riforma protestante e la Controriforma cattolica

Le guerre di religione nel Cinquecento

I nuovi equilibri economici e la Guerra dei Trent’anni

Potenze commerciali e assolutismo

Le guerre di successione e la Guerra dei Sette anni

L’età dell’Illuminismo

La Rivoluzione americana e la nascita degli Stati Uniti

La Rivoluzione francese

La Rivoluzione industriale

L’età di Napoleone

La Restaurazione e i moti del ’20-21 e ’30-31

Le rivoluzioni del 1848

Il Secondo Impero francese e l’Unità d’Italia

Nuovi aspetti politici in Europa e negli Stati Uniti

L’Italia dopo l’unificazione

In questa sezione trovi le tracce audio del volume - Eredi del tempo

La preistoria

I popoli della Mesopotamia

L'antico Egitto

Gli Imperi del Vicino Oriente

Tra mare e deserto: Fenici ed Ebrei

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